lundi 27 avril 2015

Il giornalista e scrittore Oles Buzina assassinato a Kiev.

Oles Buzina: Lettera aperta all'ambasciatore americano a Kiev

Durante la rivolta Maidan, il giornalista, storico e scrittore assassinato, Oles Buzina, ha scritto una lettera aperta a Geoffrey Pyatt, ambasciatore presso l'Ambasciata degli Stati Uniti a Kiev. La lettera fu pubblicata il 23 Gennaio 2014, un mese prima del colpo di Stato, sul blog di Buzina sul ucraino notizie sito segodnya.ua

(trad. di O. V. da http://slavyangrad.org/)  

Mr. Pyatt, mi appello a Lei come scrittore ucraino riconosciuto e ben noto, che non ha mai chiesto e non ha mai avuto alcuna sovvenzione [soldi -ed.] dal Suo paese né da alcun altro. Questa lettera é di mia iniziativa, non ci sono partiti politici o gruppi oligarchici dietro. Tuttavia, sono sicuro che il mio parere coincida con i pensieri di molti cittadini ucraini che Lei palesemente ignora.                          

L’altro giorno, quando i disordini in piazza Maidan raggiunsero il loro apice, i media hanno riferito che un rappresentante del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Kathleen Hayden, ha chiesto al governo ucraino di ritirare le Forze Speciali [Berkut -ed.] dal centro di Kiev. Nel caso contrario, minacciava sanzioni contro gli ucraini, tra cui il divieto di visto di ingresso nel vostro paese.                           

Credo che, in larga misura, le sue dichiarazioni da funzionario della Casa Bianca, si basassero su informazioni fornite a Washington dall’ambasciata americana in Ucraina - quindi da Lei, signor ambasciatore.

Tuttavia, al momento, l’ordine pubblico è mantenuto nella capitale, proprio perché le “Forze Speciali” (cioè le unità del Ministero degli Interni) in realtà si trovano nel centro della capitale del mio paese, e non vorrei che lasciassero la piazza sulla base del parere di paesi stranieri, dal momento che i leader della nostra opposizione politica si sono mostrati finora di essere in grado di controllare i vari gruppi militanti tra loro. La prego di portare questo semplice messaggio al Suo governo.    

Se non éd’accordo [con me], togliamo la protezione della polizia ucraina attorno alla ambasciata USA a Kiev e smantelliamo i quattro metri di recinzioni di ferro, che finora hanno protetto la Sua nuova residenza nei pressi della stazione della metropolitana «Beresteyskaya», che si trova su un strada, che fino a non molto tempo fa portava il nome «Tankovaya» [via della Brigata Corazzata]. Qual’é la necessità di tutte queste misure di sicurezza? Dopo tutto, a Kiev, non accade nulla di pericoloso, ad eccezione di un FESTIVAL DELLA DEMOCRAZIA.

Si potrà essere sorpresi dalla mia posizione indipendente. Ma ho raggiunto il successo nel mio paese, senza aiuti esterni e credo che noi stessi, senza interferenze dall’esterno, siamo in grado di risolvere i nostri problemi. Meno i funzionari Usa interferiscono negli affari interni dell’Ucraina, più velocemente essa verrà annoverata come uno tra i paesi più sviluppati del mondo.

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