samedi 6 février 2016

GEORGE FRIEDMAN: L'UNIONE EUROPEA È SEMPRE MENO AFFIDABILE E PREVEDIBILE


George Friedman è un politologo americano. Egli è il fondatore e leader della società di intelligence Stratfor. È una voce molto vicina del potere americano ...
Fonte: EurActiv.com il 15/01/2016

"Gli Stati Uniti sono un partner dell'Europa, ma non possono più contare sulla NATO per sostenere questo rapporto", ha dichiarato George Friedman a EurActiv in un'intervista esclusiva.

George Friedman è un ricercatore e scrittore americano in scienze politiche. Ex ufficiale di alto livello dei servizi segreti, ha fondato Stratfor e ne è stato il controllore finanziario e il presidente. Di recente ha venduto le sue azioni della Stratfor e ha creato Geopolitic Futures, una nuova società dedicata all'analisi mondiale.

In questa intervista Friedman discute con Georgi Gotev, editore di EurActiv.

Come appare l'Europa vista l'altro lato dell'Atlantico?

In primo luogo, gli Stati Uniti considerano l'Europa nel contesto più ampio dell'Eurasia. Per cui oggi abbiamo una crisi che si estende dal Pacifico all'Atlantico. I cinesi sono in crisi, la Russia è in crisi, il Medio Oriente è immerso in una terribile crisi ed ora anche l'Europa è in crisi. Siamo di fronte ad una situazione in cui una zona popolata da 5 miliardi di persone si trasforma in modi che non siamo in grado di prevedere.

Un americano non considera la sola Europa come un'entità, ma come un insieme più ampio di problematiche. Ci sono molti punti di vista americani sull'Europa, ma la mia è che l'Unione europea ha fallito e non ci sono alternative chiare. Questo fallimento lo vediamo nella crisi dei migranti, che non consideriamo come una questione molto importante in quanto si tratta di un flusso che rappresenta meno dello 0,5% della sua popolazione. Ma l'Europa non è in grado di prendere una decisione sul come trattare il problema.

Il problema non é insormontabile. Si può scegliere di impedire a chiunque di entrare (nello spazio UE n.d.t.), e adottare misure per prevenire tale viaggio, o si può scegliere di integrare e fare quello che serve per arrivarci. È l'incapacità europea di prendere una decisione che è, dal punto di vista americano, il cuore del problema.

Tutto ciò è problematico perché gli Stati Uniti sono partner in Europa. Altrettanto importante dell'Unione Europea, e totalmente assente dal dibattito, é la NATO: le tensioni tra i paesi che formano l'Unione Europea stanno emergendo anche all'interno della NATO. Così abbiamo un rapporto specifico con i francesi, uno con gli inglesi, uno molto diverso con i tedeschi ed uno completamente diverso con i polacchi. Non possiamo più pensare alla NATO come il vettore del nostro rapporto con l'Europa.

Ciò non è una situazione catastrofica per gli Stati Uniti, ma ci pone un problema in Medio Oriente, e con la Russia, e vediamo gli europei come meno affidabili e prevedibili.
L'Unione europea continuerà ad esistere e affonderà nel nulla.

Lei ha nominato la Russia. Ho letto in Geopolitic Futures che si sta prendendo in considerazione un accordo sull'Ucraina nel corso del 2016. Può sviluppare?
 

Prevedo una forma di accordo sull'Ucraina per il 2016. La ragione fondamentale è che né i russi né gli americani sono pronti ad affrontarsi in Ucraina.

I russi sono intervenuti in Siria per compiacere agli americani perché gli americani non possono né vogliono sbarazzarsi di Assad, e la protezione offertagli dai russi significa che l'ISIS non avrà Damasco.

Da ciò, i russi si aspettano favori ed accordi con gli Stati Uniti, e li otterranno.

Entrambe le parti vogliono per il momento gelare il conflitto. Ma per i russi, l'Ucraina rimane un grosso problema di sicurezza nazionale, e non possiamo farci nulla.

La Russia ha bisogno di stati-tampone. Per il momento ha perso tutti i paesi baltici, e chissà cosa accadrà con la Bielorussia. Ma é in Ucraina che sconfisse la Wehrmacht; essa non può rinunciarvi. I russi stanno ristrutturando e modernizzando la loro forza militare, ma per finanziare il progetto usano un petrolio a $ 30 al barile.

La Russia è attualmente nella stessa posizione dell'Unione Sovietica negli anni '80: con un enorme programma di difesa militare che le è stato imposto dagli Stati Uniti e con un crollo del prezzo del greggio. Quindi questo è un momento molto pericoloso, perché quando la Russia è sotto pressione, prima di crollare o qualsiasi altra cosa, darà colpo su colpo.

Per questa ragione consideriamo il relativo gelo delle nostre relazioni per un anno o due. Noi crediamo che nel giro di due anni, i russi saranno in grado di rivendicare l'Ucraina. E, naturalmente, gli americani si rinforzano ogni giorno di più in Romania, Polonia e nei paesi baltici. Pertanto, riteniamo che un accordo sarà trovato. Non sarà un accordo finale, ma meno i russi avranno possibilità di scelta , più la situazione diventerà più pericolosa.

Che dire della Turchia? È un paese chiave nella gestione della crisi dei migranti, e allo stesso tempo un paese afflitto da molte tensioni. Come vede il futuro della Turchia?

Quando si parla di Turchia, va ricordato che il paese è al centro della tempesta che infuria in Eurasia. Essa colpisce i Balcani, la Russia del sud (in modo storico) e la sua influenza si estende in profondità nel Medio Oriente. E tutte queste regioni sono immerse nel caos.

La Turchia per adesso non ha alcuna relazione di stabilità. Il suo rapporto con i russi è crollato. Il suo rapporto con il Medio Oriente, con la Siria e l'Iraq, è ambiguo.

Mentre l'Europa é riorientata a nord, i Balcani sono diventati una zona che nessuno controlla realmente. Questa è un'opportunità per la Turchia.

Perché la Turchia si trova ad affrontare una grande opportunità storica, soffre inevitabilmente dalla sue crisi interne. Quando da nazione isolata con poca influenza, vi trasformate in potenza regionale, all'interno si provoca un enorme tensione nel sistema politico. Questa tensione si manifesta, come prevedibile, con una tensione tra la storia di una Turchia laica ed una islamica.

In una regione dove l'Islam è la principale dinamica, vi sarà ovviamente un ruolo per la Turchia, e in un paese strettamente legato all'Europa, ovviamente, giocheranno altre dinamiche. Atatürk era affascinato da Lenin, non perché fosse marxista, ma per il modo in cui aveva fondato lo Stato, e c'è qualcosa qui che assomiglia allo Stato sovietico.

Ciò che rappresentava il passato per laTurchia rappresenta oggi il suo futuro: l'Islam. Ciò che rappresentava il futuro appartiene adesso al passato: l'Europa. Il rapporto con la Russia è molto complesso e difficile. Se la Turchia non fosse diventata una grande potenza, queste crisi non esisterebbero. Questo perché lo è diventata che le è istituzionalmente difficile di adattarsi alla realtà in cui opera.

Ma se si guarda una mappa, quando si osserva la crisi in Medio Oriente, in Europa, in Russia, c'è sempre presente questo paese. Non considero il flusso migratorio attuale verso l'Europa come una crisi: la crisi sta nel meccanismo del processo decisionale europeo. Non vi è alcuna emergenza migratoria. Gli Stati Uniti gestiscono continuamente questo tipo di immigrazione. Questa crisi è una crisi della stessa Europa, e l'Europa deve fare i conti con la Turchia. Quando gli americani sono coinvolti in Medio Oriente devono anche occuparsi della Turchia. Anche i russi, quando si tratta del Mar Nero e della Siria, devono fare i conti con la Turchia. Questo è il fattore importante.

Qual è la situazione per quanto riguarda la possibile creazione di uno stato del Kurdistan, che probabilmente includerà parte della Turchia? La possibile riunificazione di Cipro, in quale misura lei considera che non riescirà a farsi, o che la parte settentrionale di Cipro ritorni alla Turchia? E cosa ne pensi dell'idea così cara al cuore del primo ministro Ahmet Davutoglu, di ripristinare l'impero ottomano,?

L'Impero ottomano é esistito per cinquecento anni. Abbiamo Turchia tale com'é da poco meno di un secolo. Ma durante questo periodo, sono sempre stati o gli inglesi o gli americani a controllare il Medio Oriente e a contenere i turchi. La guerra fredda ha gelato la posizione della Turchia, togliendogli ogni spazio di manovra. Ora che non c'è più la guerra fredda, tutto é labile, e diverse cose emergono da questa labilità: non esistono più confini inviolabili - l'Iraq non esiste più, la Siria non esiste più, ed altri paesi creati dall'imperialismo britannico cesseranno di esistere. La questione di Cipro non è risolta, il problema dei curdi non è regolato, perché la questione irachena non é risolta.

E che lo stato del Kurdistan venga creato o no, non tutti i curdi andranno a vivere in Kurdistan. La maggior parte degli azeri vivono in Iran, non in Azerbaijan. L'Impero ottomano esisteva perché tutto l'intorno della penisola anatolica era immerso nel caos, rendendo la vita impossibile per i turchi, e costringendoli a stabilizzare la situazione. Non è stata una espansione dell'Impero Ottomano desideroso di imporsi di per se, ma un'operazione difensiva. La Turchia non vuole essere trascinata in questa situazione. Sta disperatamente cercando di non esserlo, ma ciò avverrà. Nella forma dell'Impero Ottomano? No. Ma sarà una struttura simile dal punto di vista geopolitico, perché tutto in questa regione si disintegra e che la Turchia rimane il solo punto stabile.

L'Europa sopravvivere come una singola entità, o si trasformerà in una confederazione di paesi vassalli intorno ad un piccolo nucleo? Come vede il futuro dell'Unione europea?

Il futuro dell'Unione europea è interessante perché attualmente essa non in grado di prendere decisioni, e allo stesso tempo non può rasseganarsi al suo scioglimento. Accadrà ciò che sta già accadendo: l'Europa prende meno decisioni, e quando lo fa, gli Stati europei ne tengono sempre meno conto.
Hanno appena deciso che gli azionisti delle banche italiane siano in realtà i depositanti, per cui se si deposita denaro in banca, si prende un rischio. Hanno preso questa decisione senza considerarne le conseguenze, così che ciò che doveva succedere sta accadendo, in base a cui coloro che non amano le regole le ignorano, senza subire conseguenze.

Le istituzioni di Bruxelles continuano ad emanare decreti, e tutti gli altri stati continueranno a fare ciò che vogliono. Dobbiamo ricordare che un'associazione europea di libero scambio fondata negli anni '50 e '60 esiste ancora! C'è sempre un ufficio di questa associazione in Svizzera. In Europa, le istituzioni sono come i musei: si possono sempre visitare e vi si lavora ancora. Quindi non mi aspetto un crollo dell'Unione europea, ma ad un aumento della sua insignificanza di fronte ai problemi del momento.

E questa regola che se depositi i soldi in banca ne diventi azionista, illustra perfettamente il modo in cui si prendono decisioni senza capirne le conseguenze. Una persona qualsiasi ha dei soldi e li deposita in banca in modo che siano al sicuro. Sicuramente non immaginava di fare un investimento. Dato il tasso di interesse che ora servono le banche, è più razionale mantenere i propri soldi sotto un materasso piuttost che in una banca europea.

Si deposita denaro in banca per evitare rischi, e improvvisamente si scopre che il rischio esiste sempre. Prendiamo il sistema bancario italiano, con quasi il 20% di attivi tossici. Chiunque in Italia avesse un po' di buon senso dovrebbe ritirare il proprio denaro dalla banca a rischio di ritrovarsi azionario suo malgrado.

Questo tipo di decisioni prese dalla burocrazia europea crea una situazione tale che in primo luogo, il regolamento è inefficace per risolvere il problema, e quindi tutti dovrebbero ignorarlo ed evitarlo. Non vedo l'Europa al collasso. Non credo vi sia un desiderio per farla cessare di esistere. Non credo ci sia volontà di cambiamento. C'è la volontà di ignorare.

Un esempio perfetto è la presunta scoperta che la Polonia e l'Ungheria sono stati fascisti. Ho visto stati fascisti, e ce ne vuole prima di dire che questi due paesi lo siano! In questo caso, la Germania ha scelto di farne un problema, con tutto ciò che sta accadendo intorno. La decisione della Polonia di cambiare l'impostazione dei loro media e del loro sistema giuridico, è in ciò che la Merkel e l'Unione Europea stanno perdendo il loro tempo. E che fa la Polonia? La stessa cosa ha fatto l'Ungheria: non prende la cosa in considerazione, perché non ha nessunaimportanza. L'Unione europea continuerà ad esistere, e sarà felice di sprofondare nell'insignificanza.

Fonte: EurActiv.com, il 2016/01/15
Tradotto da O.V. per sito www.les-crises.fr/. traduzione liberamente riproducibile citando la fonte.


jeudi 4 février 2016

IL VALOROSO DON PEDRO HA MESSO IN GUARDIA LA GERMANIA SUL PERICOLO DI UN'ANNESSIONE RUSSA




Articolo originale: http://fr.sputniknews.com/international/20160203/1021443166/pedro-porochenko-annexion-russie-allemagne.html
Trad. a cura di O.V.

Il presidente ucraino ha messo in guardia i tedeschi sulla prossima annessione del loro paese da parte della Russia. Questa battuta, già buona di per se, il tabloid tedesco l'ha resa eccellente rendendosi colpevole di un semplice errore di battitura. Gli utenti di internet hanno colto al volo l'occasione e competono di immaginazione, ironizzando su Don "Pedro" Poroshenko.


In visita a Berlino, il presidente ucraino Pyotr Poroshenko ha dichiarato in un'intervista a Bild che "tutto ciò che accade nel mondo è legato all'aggressione russa, direttamente o indirettamente". Secondo lui, le sanzioni anti-russe "sono una questione di valori."


"La Russia si è posta come obiettivo di separare i paesi d'Europa. Non dobbiamo permetterlo", ha detto Poroshenko.

Parlando di aggressione russa, il capo dello Stato ucraino ha ipotizzato che Vladimir Putin potrebbe "attaccare" la Germania.

"(Vladimir) Putin non accetta nessuna "linea rossa" e potrebbe attaccare altri paesi sotto il pretesto di proteggere le minoranze russe da presunte discriminazioni. E siccome ci sono minoranze russe in Germania ..."

Ha anche ricordato ai tedeschi che la Russia aveva dichiarato loro una guerra dell'informazione e ha chiesto di "combattere insieme contro Putin."

😂😂😂 Дон Педро @poroshenko из Усраины,где в лесах много,много диких обезьян (бандерлогов)😂😂😂#усраина pic.twitter.com/74iziBIgRo

— Gennadiy Yurevich (@gyus777) 3 февраля 2016

Tutte queste osservazioni sarebbero rimasti solo chiacchiere del sig. Poroshenko se Bild non avesse fatto l'errore di chiamarlo "Pedro".

Дон Педро: Bild назвал Порошенко «Педро» (ФОТО) #РусскаяВесна https://t.co/wxcUJyhf1u pic.twitter.com/ZPsybo97ci
 Русская Весна (@rusnextru) 3 февраля 2016
  
Педро решил жить по "новому" #Україна #Украина #Порошенко pic.twitter.com/JTgulmBSvR
— otto UKROP (@OttoHammond) 21 января 2016