samedi 2 décembre 2017

Morte di un cane



(estratto dal mio diario dal fronte)

Martedì 21 novembre 2017 ...


Alle 11:00 , tra una rafficha nervosa di kalashnikov e l'altra, un gemito canino rompe il silenzio effimero di un fronte schiacciato dalla neve e dal fuoco.

Dalle porte della parete ovest, vado alla ricerca di questo povero animale, mentre mi giungono le risate stupide e malvage degli ucraini che commentano il loro tiro altrettanto facile che vile (siamo a 100 metri dalla prima posizione nemica)

Questi soldati persi tra noia e stupidità sono stati guidati dal loro odio insaziabile per questo povero animale che vagava nel suo universo devastato, fedele forse alle rovine di una dacia di famiglia o alle carezze di un soldato.

Ho percorso il campo arato con sguardo indignato, cercando invano, nel mezzo del caos battuto dal fuoco nemico, quel povero cane per mettere fine alla sua agonia insopportabile. Avrei voluto anche in quel momento, sicuramente cedendo ad una forma di odio, trovare nella mia linea di mira il suo assassino, per porre fine alla sua pietosa idiozia.

Sfortunatamente non ho potuto vendicare la morte di questo fedele compagno dell'Uomo né di ridurre le sue sofferenze. Così sono tornato pensieroso a prepararmi per il mio turno di sentinella, aggrappato alla magra soddisfazione che questo atto odioso e gratuito, che mette il peggiore degli animali selvaggi alla stregua di un essere civilizzato, non sia stato l'atto di un commilitone repubblicano. La vergogna aggiunta alla tristezza sarebbe stata enorme!

Mourka, la nostra fedele felina errante é  venuta a tenermi compagnia nell'osservazione di questo spazio alla frontiera del nulla, ascoltando con me gli ultimi spasmi di questo povero lupo diventato cane attraverso i secoli per essere finalmente tradito da colui che esso ha aiutato, protetto e per chi ha sacrificato la sua libertà selvaggia ...

Poco a poco, i gemiti sono scomparsi nel freddo e nel silenzio di una neve diventata un sudario ...

Il fronte è anche questo, un mondo chiuso in cui i destini "delle anime che bruciano" e messe a nudo dalla guerra, si fondono fraternamente davanti alla fragilità della vita che restituisce questo valore inestimabile e sacro che abbiamo giurato di difendere nelle trincee del Donbass ...

Erwan Castel, volontario nel Donbass

Trad. e ad. a cura di O.V.