mardi 19 juillet 2016

Artem Shestakov: l'interprete OCSE confessa di essere una spia ucraina

Artem Shestakov, la spia ucraina che lavorava per l'OCSE
Arrestato ieri in Russia dall'FSB  Artem Shestakov, un interprete per la missione di osservatori dell'OSCE nel Donbass, che in realtà ha lavorato per due anni per l'intelligence militare ucraino e ha dato informazioni circa la posizione e l'estensione della forze nelle repubbliche di Donestk e Lugansk. Stranamente, l'OSCE non ha rilasciato dichiarazioni ...


Ricordate, nel 2014, a Slavyansk i combattenti avevano arrestato i membri di una missione di osservatori militari dell'OSCE invitata dall'Ucraina. Essi erano stati accusati di spionaggio. All'epoca, tutti i media occidentali avavano gridato alla provocazione e all'assurdità di una tale accusa.

Ieri, lunedi 18 luglio 2016, l'FSB ha arrestato in Russia per spionaggio militare per conto dell'Ucraina, un membro della missione di osservazione dell'OSCE nel Donbass. Artem Shestakov, cittadino ucraino classe 1984, è ufficialmente interprete. Ma nell'estate 2015, era stato reclutato dai servizi segreti ucraini (SBU) e nel settembre 2015 trasferito alla intelligence militare ucrainao. Ecco la la registrazione video della sua confessione. Per i russofoni: 

 
Nel 2015 e nel 2016, A. Shestakov ha messo in piedi una rete di informatori, ha centralizzato le informazioni sulla posizione dei gruppi militari nel Donbass (chi, come, dove), sui dati personali dei veterani (indirizzo, telefono , targhe di auto) sul movimento degli armamenti, carri armati, veicoli corazzati e altri. Per raccogliere queste informazioni, ha usato il suo ufficio presso l'OSCE, che gli ha permesso di entrare in contatto con i comandanti di Donbass, visitare i comandamenti, le riserve di armi ... Ha poi trasmesso queste informazioni a Sergei Mikhailovich Slipchenko, suo superiore nei servizi segreti ucraini, sia attraverso messaggi scritti o video (compreso video di movimenti di veicoli militari). Tutto registrato nel suo telefono, che non ha avuto il tempo di ripulire completamente.

Nell'autunno 2015, è stato così distaccato all'interno di gruppi di diversione situati nella città di Stakhanov, dove aeva affittato un garage per esercitare la sua attività. La missione era di raccogliere quante più informazioni possibili sui comandanti al fine di liquidarli.

E le informazioni sono state molto bene utilizzate, come quando furono trasmesse le coordinate del comandante Pavel Dremov, detto "Batia". Shestakov ne fornì l'indirizzo, il numero di telefono, le targhe della sua auto e gli itinerari dei suoi percorsi abituali. Poi Dremov fu stato ucciso da gruppi di  infiltrati ucraini nel dicembre 2015.

Inoltre, si occupava anche dell'assunzione di funzionari ucraini in diverse strutture internazionali in Ucraina. Quindi non era l'unico agente.

Dopo aver registrato la sua dichiarazione, la Russia lo ha rinviato in Ucraina, sostenendo che questo individuo non presentava alcun pericolo per la sicurezza del paese. All'Ucraina e alle organizzazioni che lo impiegano di sbrigarsela. In altre parole, è "bruciato", neutralizzato, come spia diventa inutile, ma la sua presenza sul suolo ucraino obbliga delle autorit che non ne hanno assolutamente voglia di reagire. Da allora, silenzio. L'OSCE non dice nulla. Il governo ucraino non dice nulla. Anche la stampa tace. Infatti, sarà difficile questa volta di dire, come nel 2014 che:


 «Il Kremlino non smette di fare dichiarazioni basate sull'emozione e inventare informazioni con l'obiettivo di sostenere l'aggressione russa», ha denunciato il ministro degli Affari Esteri ucraino, Andriï Dechtchitsa.
Ci vuole un po 'di tempo per creare una leggenda, vediamo quale storia ci verrà servita. Ma un controllo interno dei suoi servizi da parte dell'OSCE piuttosto che uno scandalizzarsi di facciata sarebbe più utile, soprattutto se l'organizzazione cerca di mantenere un minimo di credibilità.

A meno che l'OSCE non fosse al corrente fin dall'inizio ...

 Artico originale di Karine Bechet-Golkovo: 

Traduzione e adattazione a cura di O.V.















jeudi 14 juillet 2016

J. Shell, direttore dell'Agenzia Federale di Diffusione respinto al confine con la Russia


Jeffrey Shell, il responsabile statunitense delle trasmissioni radiofoniche e televisive all'estero (BBG), che dirige organi di propaganda come Voice of America e Radio Free Europe, è stato fermato all'aeroporto di Mosca e espulso: è nella lista delle contro-sanzioni russe. Sembra che gli Stati Uniti siano rimasti sorpresi dal fatto che anche la Russia adotti  contro-sanzioni in risposta all'aumento delle sanzioni ad personam adottate nei suoi confronti.

Il 12 luglio, Jeffrey Shell arriva a Mosca all'aeroporto Sheremetyev per una visita di "affari". Già, perché oltre ad essere il capo del Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Federale regolatrice delle trasmissioni (il BBG), è anche responsabile per il gruppo NBC Universal per la sezione cinematografica. E come tale, voleva entrare in Russia, secondo le sue spiegazioni, per occuparsi di un progetto cinematografico che il gruppo starebbe sviluppando nel paese. 

Tuttavia, mentre era in coda per il controllo passaporti, è stato fermato e accompagnato in una stanza dove la sua identità è verificata . Dopodiché, la sua estradizione gli viene notificata ed é trasferito in un'altra stanza in attesa del volo per Amsterdam. Nella sua intervista con il New York Times, possiamo apprezzarne la nota drammatica, sarebbe quasi stato "torturato psicologicamente" - tortura sotto la forma di tempo di attesa e del fatto che fosse piantonato da agenti di polizia.  
Terribile! Soprattutto quando si é a conoscenza della delicatezza della polizia americana. 

“I was then taken to a small room and left alone for about a half-hour before someone came back with a document in Russian that they wanted me to sign,” (...) Mr. Shell said he refused, telling the Russian authorities that he would not sign something he did not understand. He said he was then given a translation of the document, which explained that he had been barred from the country. He said that he was then escorted to another room at the airport and that he was locked inside for nearly three hours, until a flight to Amsterdam was arranged. “An armed guard came and got me at about 5 a.m. and walked me onto the plane and to my seat,”
In effetti, deve essere stato  terribile. Scherzi a parte, ciò che è interessante è sapere come Jeffrey Shell é presentato. Per il molto liberale  gruppo russo RBK  (di proprietà dell'oligarca Prokhorov), egli è essenzialmente presentato come un uomo d'affari americano respinto alla frontiera. Anche il New York Times gioca questa carta, preoccupandosi delle ripercussioni che gli scontri diplomatici possano ora avere nel campo degli affari, insistendo sugli abusi (n.d.t. presunti) subiti dai diplomatici americani in Russia, dimenticando i  recenti sforamenti degli agenti CIA di Mosca ... proprio come in un film di spionaggio di serie B.

Il Ministero degli Esteri russo ha risposto in modo molto semplice: gli Stati Uniti hanno adottato sanzioni illegali nei confronti di persone che non li soddisfano per ragioni politiche. La Russia è ora  in diritto di adottare le stesse misure nei confronti di determinati personaggi americani che guidano la propaganda anti-russa, categoria nella quale si inserisce Jeffrey Shell. I paesi che adottano sanzioni contro la Russia sanno ora che si espongono alle stesse equivalenti contro misure.
A buon intenditore...  

Articolo originale di Karine Bechet-Golovko:
http://russiepolitics.blogspot.fr/2016/07/j-shell-directeur-de-lagence-federale.html
Trad. e adattazione a cura di O.V.