vendredi 25 mars 2016

Kerry e Steinmeier a Mosca: quando la Russia impone il suo calendario


Il segretario di Stato e il ministro degli esteri tedesco sono arrivati ​​allo stesso tempo a Mosca per incontrare i loro omologhi russi e il presidente Putin. Tuttavia, la stampa rimane evasiva sul contenuto di tale incontro. Forse perché più che il contenuto, è proprio l'incontro stesso che è importante.

I capi della diplomazia americana, nella persona di J. Kerry, ed europea nella persona di Frank-Walter Steinmeier (nel senso che la Germania è leader de facto dei paesi UE), sono arrivati a Mosca in in tutta urgenza.
L'annuncio è stato fatto immédiaitement dopo che la Russia ha deciso di ritirare parte della sua forza aerea in Siria.

All'ordine del giorno, l' impossibile uscita dalla crisi ucraina ed il processo politico siriano.
In un contesto di attentati a Bruxelles e di crisi politica europea. Per non parlare delle elezioni negli Stati Uniti che introducono un altra incognita nei regolamenti geopolitici a lungo termine.
Tuttavia, la stampa rigurgita di battute lanciate da entrambi i lati.
Putin dichiara:
"Da un lato, è piuttosto un comportamento democratico (Kerry che porta la valigia). D'altra parte, ho pensato che probabilmente le cose negli Stati Uniti non vadano molto bene, per cui non c'è nessuno ad assistere il Segretario di Stato a trasportare i suoi bagagli"

O anche lo scambio di convenevoli tra Kerry e Lavrov. All'inizio della riunione, il segretario di Stato americano John Kerry si è congratulato con Sergei Lavrov per il suo compleanno, che ha avuto luogo qualche giorno fa: 
"Spero che la nostra discussione di oggi sarà produttiva. Voglio cogliere l'occasione per augurarti un buon compleanno. Spero che questa data (66 anni, ndr) ti dia più saggezza, soprattutto nel condurree i negoziati. I tuoi 39 anni te li porti alla perfezione. "

La risposta di Lavrov non si è fatta attendere: 
"Grazie, John, ma se la saggezza è misurata con il numero di compleanni, non ti potrò mai raggiungere", ha commentato Sergei Lavrov. "

Lasciamo perdere la chitarra di Kerry, oggetto che non lo lascia mai e che vediamo per la prima volta, o la sua valigia rossa contenente una sorpresa che il Presidente ha apprezzato. Insomma, tanto rumore per nulla. Molto rumore per nulla.

Che dire? Mentre le discussioni sono a buon punto, l'aviazione russa bombardamenti intorno a Palmyra e l'esercito siriano può liberare la città vecchia. La città moderna non tarderà a cadere. È una città strategica e simbolica.

Ciò accade, ed è ben pubblicizzato, mentre Kerry cerca di capire la posizione di Mosca riguardo ad Assad. E la risposta è chiara.

Tutto questo sta accadendo mentre, parallelamente ai negoziati svoltisi a Ginevra, l'esercito russo in Siria - e non a Ginevra - riunisce i capi villaggio, le forze armate non regolari, "l'opposizione" che depone le armi. E negozia, passo dopo passo, villaggio dopo villaggio, la pace con loro. Una pace di uomini e donne radicati nella loro terra. E funziona.

Così, quando Kerry sta parlando di pace in Siria, l'unico accordo cade sulla necessità di una riforma costituzionale. Con tutti i partiti siriani non combattenti.

La Russia ha vinto. Il rappresentante dell' "altro" clan viene sul suo terreno secondo un ordine del giorno che lei ha fissato. Cosa rimane? Sì, l'Ucraina. Quando la Russia non aveva reagito abbastanza velocemente. E le dichiarazioni sono sempre le stesse. Il raggiungimento degli accordi di Minsk, la rimozione delle sanzioni. Più Savchenko. Putin, gran signore, ha rassicurato Kerry. Su questo punto, Savchenko, si vedrà col tempo. Cosa e quando? Ovviamente non é specificato. In tempo debito. Tiene il prezzo in mano. Ed il calendario. Dal momento che le rappresaglie non funzionano.

E, come ha detto giustamente, e con grande finezza, il portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, nel corso del suo brieffing ieri: la questione delle sanzioni non ci riguarda, in quanto non siamo noi ad averle adottate. Se si devono togliere, che coloro che le hanno prese ne discutano tra loro e non con noi, e prendano la loro decisione.

Ma nessun Presidente uscente può prendere una tale decisione.

Ciò dimostra che questo incontro congiunto e coordinato dei capi della diplomazia occidentale, che il dialogo con Mosca si trasferisce ad un nuovo livello. Le minacce meschine non funzionano. La Russia ha preso il controllo dell'ordine del giorno edobbiamo accontentarcene. Essi devono ora adattare le loro politiche e l'ondata di elezioni che si profila in Europa e negli Stati Uniti possono essere utilizzate per istituzionalizzare, senza perdere la faccia, questa inevitabile evoluzione. (chissà come gode Po(ve)rochenko! ndt)


Articolo originale di Karine Bechet-Golovko:
Adattazione a cura di O.V.
                       











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