lundi 14 mars 2016

Donbass: stallo politico e militare a Kiev

Il caos che ha colpito l'Ucraina in seguito del colpo di stato a Kiev nel febbraio 2014 si avvicina al punto di rottura. Già sotto governo straniero, non solo il governo non può avere una maggioranza parlamentare, ma ha perso tutto il sostegno popolare, con un primo ministro a meno del 2%. In questo contesto, gli accordi di Minsk non possono essere applicati quest'anno rispetto allo scorso anno. E la situazione si sta deteriorando a vista dell'occhio, l'impasse essendo tanto politico quanto militare.

Per cercare di salvare la versione "soft" del progetto-Ucraina, Yatseniuk lancia una cortina fumogena: un accordo di tutte le forze politiche per non mettere più  il governo sotto pressione. Quindi,
ricostruire una coalizione parlamentare ed avere una maggioranza, altrimenti si andrà a nuove elezioni. Che saranno perse come molte politiche in atto.

Tuttavia, le elezioni sono uno scenario inaccettabile.La costituzione di una maggioranza parlamentare, con alla guida l'attuale governo é impossibile perché troppo impopolare.Ma la formazione di un altro governo é impossibile - i membri stranieri beneficiano di una totale impunità e sono inamovibili.Fino a quando il progetto sarà in corso.E il progetto deve andare avanti fino a che il supprématie americano non viene ripristinata - e non lo sarà presto.

Quindi lo stallo. Per sbloccare la situazione, Kiev ha solo due soluzioni: militare o politica. In altre parole, far cadere il Donbass col sangue o con il denaro.

La soluzione militare

Negli ultimi tempi, parlare di un "cessate il fuoco" ha senso solo se con questa espressione si intende l'assenza dell'aviazione ucraina, come nei primo tempi del conflitto, o di una grande offensiva ucraina. Per il resto, l'artiglieria esce dai garage targati OSCE  per tornare sulle linee del fronte, carri armati e veicoli blindati sono posizionati in avanti, il fuoco intensificato, le infrastrutture civili sono distrutti, come la stazione di filtrazione dell'acqua di Donetsk, privando molte zone della città d'acqua potabile.

Dal 12 marzo al 13, le forze ucraine hanno attaccato la Repubblica di Donetsk più di 200 volte, utilizzando anche grossi calibri, vietati durante il cessate il fuoco.

Nel frattempo, una battaglia decisiva si gioca per cercare di interrompere la strada che unisce Gorlovka e Donetsk, per portare le forze ucraine nel raggio d'azione della città di Donetsk. Così la battaglia di Yasinovataya ha quasi portato alla rottura ufficiale del cessate il fuoco. È solo grazie alla sconfitta dell'esercito ucraino che questa parodia di tregua è ancora ufficialmente in vigore.

Il battaglione che ha effettuato l'attacco è il battaglione Poltavchina , uno dei tanti battaglioni ucraini composto a 60% da membri neo-nazisti dell'UNA-UNSO, che hanno combattuto contro la Russia in Cecenia o in Transnistria. Le loro azioni sono più radicali, conducono una guerra sporca, e l'esercito ucraino non è, "ufficialmente", completamente responsabile. I garanti stranieri possono dunque fare buona figura. 

Sulla mappa qui sotto, si vede la strada di Yasinovataya, le forze ucraine in rosso, quelle in blu del Donbass.

 
Per colpire la strada, l'esercito ucraino ha ricevuto il permesso dal comando di aprire massicciamente i bombardamenti, utilizzare l'artiglieria, anche se si  colpiscono le abitazioni. Di consequenza l'intensità del fuoco è stata in gran parte aumentata. Solo in questa regione, l'esercito ucraino ha attaccato più di 380 volte. Le forze ucraine hanno ugualmente tentato di riprendere la zona neutra intorno a Yasinovataya con carri armati e veicoli blindati, ma i combattenti del Donbass non lo ha loro permesso, infliggendo ma perdita di trenta uomini e più feriti.

Durante l'attacco, Bassurin, vice comandante delle forze armate e portavoce della Repubblica di Donetsk, ha telefonato allo Stato Maggiore ucraino di stanza nel centro di controllo per il cessate il fuoco. Gli é stato risposto: abbandonate Yasinovataya e cesseremo il fuoco. 
L'OSCE non ha proferito parola.

Ciò dimostra una cosa: se l'Ucraina ha ancora voglia di prendere il Donbass con la forza e col sangue per fargli pagare per la sua insubordinazione, non ha avuto ancora oggi e dopo due anni, malgrado con tutta l'assistenza esterna, la forza di farlo. Qualsiasi strategia é inutile contro chi difende la sua terra.

La soluzione politica

Per quanto riguarda la soluzione politica, il "piano Medvedtchuk" è altrettanto irrealistico. L. Kuchma, nelle discussioni per risolvere la crisi, avrebbe avanzato una soluzione accettabile per Kiev, proposto da P. Poroshenko. I leader eletti di Donetsk e Lugansk, vale a dire Zakharchenko e Plotnitsky lasciano il potere e sono sostituiti da gente di Kiev, vale a dire dagli oligarchi Akhmetov a Donetsk e Boyko a Lugansk. In queste circostanze, il Presidente Poroshenko ha annunciato che accetterebbe di creare uno status speciale per il Donbass. 

Si ricorderà che Boyko è responsabile del cosiddetto partito di opposizione "Blocco di Opposizione". Si comprendel meglio  il motivo per cui non abbia votato la dimissione del governo Yatseniuk alla Rada . Per quanto riguarda Akhmetov, ha abbandonato il Donbass, dicendo che erano solo barbari e che bisognava liberarne la regione. Tutto questo sostenendo la pulizia etnica lanciata da Kiev. 

Ovviamente, il leader eletto della regione di Donetsk, Zakharchenko ha detto che la popolazione ha già votato un referendum e non ha quindi motivo di farlo di nuovo. 

E dunque un vicolo cieco. Ed è sorprendente che questo potere pro-europeo, risultante dalla Maidan contro gli oligarchi impopolari e corrotti non ha fatto niente altro che proporre ... oligarchi, corrotti e impopolari, come Poroshenko. Talmente impopolari da non candidarli ad una elezione, ma nominati direttamente da Kiev. 

Il punto di rottura arriva: l'implosione, con o senza radicalizzazione.  
È questa l'unica incognita.

Articolo originale di Karine Bechet-Golovko:
http://russiepolitics.blogspot.fr/2016/03/le-donbass-impasse-politique-et.html 
Traduzione a cura di O.V.















 

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