mercredi 18 mars 2015

Washington ha resuscitato la minaccia di una guerra nucleare



Washington ha resuscitato la minaccia di una guerra nucleare 


 - Paul Craig Roberts, Institute for Political Economy -  24 febbraio 2015


Foreign Affairs è la pubblicazione dell'esclusivo Council on Foreign Relations, un gruppo di ex e attuali funzionari governativi, accademici, dirigenti aziendali e finanziarie che si considerano i custodi e i formulatori della politica estera statunitense. Le pubblicazione del Consiglio hanno una certa autorità. Uno non si sarebbe aspettato di trovare in essa dosi di umorismo, ma sono quasi morto dalle risate durante la lettura di un articolo online del 5 febbraio riguardo uan domanda di Alexander J. Motyl, "Goodbye, Putin:. Perchè giorni del presidente sono contati"

Ho pensato che stessi leggendo una parodia intelligente di propaganda anti-Putin di Washington. Dichiarazione assurda seguita da altre dichiarazioni assurde. Meglio di Colbert. Non riuscivo a smettere di ridere.

Il mio sgomento però é aumentato quando ho scoperto che quelle incomprensibili assurdità non erano la parodia di una propaganda di Washington. Motyl,
ardente nazionalista ucraino, è professore presso la Rugers University e non stava scherzando quando scrisse che Putin aveva rubato 45 miliardi dollari, che aveva fatto risorgere l'Impero sovietico, inviato truppe e carri armati in Ucraina e  iniziato la guerra in Ucraina. Che fosse un dittatore dal regime "estremamente fragile", soggetto ad essere rovesciato in qualsiasi momento da parte di un popolo comprato con i ricavi dal precedente prezzo elevato del petrolio, o da "un rivoluzione arancione a Mosca", in cui egli sarebbe stato rovesciato da manifestazioni orchestrate da Washington e finanziate da ONLUS come in Ucraina, o da un colpo di stato da parte della sua guardia pretoriana. E se niente di tutto ciò fosse bastato per fare saltare Putin, il Caucaso del Nord, la Cecenia, l'Inguscezia, il Daghestan, e i Tarters di Crimea, oramai fuori controllo avrebbero fatto la volontà di Washington per scalzarlo. Solo una relazione "amichevole" dell'Occidente con l'Ucraina, la Bielorussia e il Kazakistan avrebbe protetto "il resto del mondo dal lascito disastroso di un Putin in rovina."

Di fronte a questo livello di ignoranza assurda  in quella che dovrebbe essere una pubblicazione di tutto rispetto, ci accorgiamo fino a che punto può arrivare il degrado dell'élite politica occidentale e dei media. 
Discutere con gli stolti è inutile.

Ciò che vediamo qui con Motyl è la più pura espressione delle palesi bugie propagandistiche che scorrono continuamente con artisti del calibro di Fox "News", Sean Hannity, i guerrafondai neoconservatori, la Casa Bianca, le filiali e il personale dirigente grato alle lobby del complesso militare-securitario.

Le bugie sono troppo anche per Henry Kissinger.

Come Stephen Lendman, che documentando la crescita esponenziale della propaganda anti-russa, afferma onestamente: "la guerra del'America al mondo infuria. La sfida più grande dell'umanità all'ora attuale è fermare questo mostro prima che ci distrugge tutti. "

L'assurdità di tutto questo! Anche un cretino sa che se la Russia stesse per mettere carri armati e truppe in Ucraina, ne metterebbe a sufficienza per fare un lavoro completo. La guerra sarebbe finita in un paio di giorni, se non in poche ore. Come ha detto lo stesso Putin qualche mese fa, se l'esercito russo entrasse in Ucraina, la notizia non sarebbe il destino di Donetsk o Mauriupol, ma la caduta di Kiev e Lviv.

L'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica (1987-1991) Jack Matlock ha ammonito l'attacco propagandistico impazzito contro la Russia nel suo discorso al National Press Club l'11 febbraio. Matlock è stupito per il relegare la Russia a sempliceme"potenza regionale" di poca importanza per il potente apparato militare US. Nessun paese, dice Matlock, dotato di una capacità offensiva e armata con numerosi, precisi e mobili missili ICBM è da considerare come limitata a "potenza regionale". Sarebbe il tipico di errore di calcolo arrogante che rischia di terminarsi con la distruzione del mondo.

Matlock rileva inoltre che tutta l'Ucraina, come la Crimea, sono state parti integranti della Russia per secoli e che Washington e la NATO non hanno niente da farci in Ucraina.

Egli sottolinea inoltre le violazioni di promesse fatte alla Russia di non espandere la NATO verso est. Come questo ed altri atti di aggressione degli Stati Uniti verso la Russia hanno ricreato la mancanza di fiducia tra le due potenze, fiducia sulla quala Reagan aveva lavorato con successo.

La cortesia di Reagan verso la leadership sovietica e il rifiuto di personalizzarne le differenze aveva contribuito a creare un'era di cooperazione che gli idioti, succeduti a Reagan, hanno buttato via, rinnovando così la minaccia di una guerra nucleare alla quale  Reagan e Gorbaciov avevano messo un termine.

La politica estera di Washington, dice sempre Matlock, è autistica. Egli la riassume come una compromissione dell'interazione sociale, mancata comunicazione,comportamenti ripetitivi e strettezza di vedute.

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Don’t bother with the utter fool Motyl: http://www.foreignaffairs.com/articles/142840/alexander-j-motyl/goodbye-putin

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