"No, la russofobia non è una moda inventata da una manciata di russi irritabili. Essa esiste."
"Aristocrazia, liberalismo, progresso,
principi ... Quante parole inutili! Un ebreo non ne ha bisogno."
Difficile immaginare un cartello come questo nella metropolitana di Londra, vero? Eppure ne troviamo decine, recante la stessa iscrizione, con una differenza: c'é scritto "russi", non "ebrei."
"Aristocrazia, liberalismo, progresso, principi ... Quante parole
inutili! Un russo non ne ha bisogno." È la citazione dal romanzo di Ivan Tourgueniev
"Padri e figli" scelta dalle edizioni britanniche Penguin per la loro
ultima campagna pubblicitaria. Si tratterebbe di attirare l'attenzione dei
passanti su un classico della letteratura pubblicato dalla casa editrice. Ma il
manifesto non menziona il titolo del romanzo o il suo autore. Anche la
citazione viene troncata. Ecco la versione originale: "Aristocrazia, liberalismo,
progresso, principi... che parole strane... ed inutili ... Un russo non ne fa molto
caso. "
Nel romanzo Turgenev, la frase è di Bazarov, il personaggio principale,
noto per le sue convinzioni nichiliste. Ma questo dettaglio non è specificato.
Ciò che rimane è questo manifesto bianco con uno scritto in rosso, proveniente
da una fonte sconosciuta. E le idee che ne impregnano la mente. I russi non conoscono
il progresso, non hanno principi ... ma è un po' quello che avete sempre
pensato, vero? Se ho sostituito "russo" con "ebreo"
all'inizio di questo testo, era per l'appunto, cari lettori, per farvi saltare
dalla sedia. E per sottolineare la natura degradante e aggressiva della
dichiarazione in questione.
Perché le manifestazioni di antisemitismo continuano a scioccarci (e per
fortuna!). Mentre la russofobia ... la russofobia è oggi una delle poche forme
di discriminazione tollerate. Anche se quelli con cui essa si esprime più
violentemente di solito affermano che non esiste. Quando i membri della
comunità russa a Londra, hanno richiesto una spiegazione alla casa editrice, é
stato loro risposto che volevano "incuriosire la gente, incoraggiarla a
cercare informazioni e aiutarli a scoprire libri degni di essere letti ". "Abbiamo
semplicemente voluto celebrare queste opere," é stato loro spiegato.
Russofobia? Ma quale russobia! Questo disprezzo per i russi sembra così
naturale ad alcuni che non si rendono nemmeno conto che ne danno la prova. Chi
non si é mai permesso una gustosissima battuta sui russi, come ad esempio:
"Oh, da voi si dà la vodka ai bambini, vero? "Chi non ha mai
dissertato sulla presunta "inclinazione autoritaria" dei russi, che non
sono "come noi " e amano il "pugno di ferro"? Il mito del russo
aggressivo che cerca di dominare, schiaccia i deboli e aspira ad imporre la
propria volontà sul pianeta è particolarmente forte. I media lo trasmettono
tanto più volentieri che si fornisce una spiegazione semplice e completa per
tutte le azioni della Russia nel mondo. Non c'è bisogno di guardare oltre.
Perché studiare la storia delle relazioni della Russia con i suoi vicini? Perché
interessarsi alla situazione dei diversi gruppi etnici e linguistici
all'interno di questi stati? Qual è stata la questione delle varie influenze
esterne e gli interessi delle grandi potenze in Ucraina o nei paesi baltici? È
molto più semplice dire: "Putin è un cattivo colonizzatore, vuole
controllare tutto, i popoli di questi piccoli stati gli resistono; i russi sono
assetati di impero, odiano la libertà e non sopportano che altri la desiderino!
"
Questa spiegazione, mediocre, è purtroppo l'unica che ci viene servita
nelle trasmissioni televisive e sulle pagine dei giornali da anni. Invece di
risolvere il nodo delle differenti e molteplici volontà, è molto più facile per
i giornalisti di presentare i russi come aggressori e seminatori di zizania una
volta per tutte. Dichiararli sempre
colpevoli. Questo ha giustificato tutti gli attacchi contro di loro. Tanto per
essere in grado di dire che se li attacchiamo é perché dobbiamo difenderci. Altrimenti,
saranno loro ad attaccarci. Questo mito è alimentato da tanto tempo da parte nei
paesi baltici: la Russia, spinta dalla sua insaziabile sete di conquista,
avrebbe il desiderio nascosto di reintrodurre i suoi carri armati in Europa e
dominare per davvero. E non importa che negli ultimi due secoli, la Russia non
è mai stato l'aggressore, ma, al contrario, l'oggetto degli attacchi dell'Europa
- la Francia nel 1812, la Germania nel 1941. Inaspettatamente, la Russia ha
vinto due guerre che non aveva iniziato, dopo le quali avrebbe dovuto cessato
di esistere. Tale, almeno, era l'obiettivo degli invasori. Ebbene, no - ancora oggi
la Russia non cerca di invadere l'Europa. Per la cronaca, nel 1989, ha volontariamente
ritirato le sue truppe dai paesi europei. Meglio: non si è opposto alla riunificazione
della Germania, il paese che aveva la attaccata e sterminato milioni dei suoi
cittadini (26, per l'esattezza).
La Russia aveva chiesto una cosa in cambio: che la NATO rimanesse lontana
dai suoi confini. Questa promessa le era stata fatta, ma non fu mai tenuta. Infatti,
il giorno in cui la Russia si é sentita minacciata dalle navi della NATO in
Crimea e nella leggendaria città di Sebastopoli, anche lei ha fatto un un passo
avanti. La Crimea è ritornata russa. Un compito reso più facile dai suoi
abitanti che lo desideravano da venti anni. Andate a chiederglielo, se avete il
minimo dubbio. Un altro mito da sfatare: contrariamente a quanto alcuni media
vorrebbero far credere, le popolazioni delle ex repubbliche sovietiche non
vogliono tutte starsene il più lontano possibile dalla Russia. Alcune persone
lo vogliono, è vero, ma altri, molti di più, mantengono un buon ricordo della
loro convivenza con la Russia nell'ambito del progetto sovietico, anche se
dispiace ad alcuni. Mantengono legami familiari e cultura con la Russia e non
sono disposti a romperli da un giorno all'altro. Alcuni, come nel Donbass, sono
anche disposti a difenderli con le armi. Sorpresa! Ma perché interessarsi a
tutti questi piccoli dettagli, perché cercare di capire le motivazioni di
quelle persone strane che, invece di aspirare con tutte le loro forze ad una adesione
all'Unione europea, vogliono rimanere mentalmente nel mondo russo?
Meglio ignorarli, fingere che non esistessero. Infatti, con la loro stessa
esistenza, queste persone abbattono il mito della Russia opprimente dalla quale
ogni amante della libertà se la da a gambe levate. Chiaramente, non deve essere
così opprimente come si dice. Per alcuni, è ancora estremamente preziosa, con
la sua lingua, la sua storia, i suoi autori, i suoi sogni e illusioni. Per
loro, è semplicemente troppo vicina, non possono negarla. Chi lo avrebbe mai
pensato? E invece no: invece di cercare di capire le motivazioni di coloro che,
nonostante tutta la propaganda di cui il paese è l'oggetto, si accaniscono a
voler rimanere russi. Ma noi preferiamo dire che sono manipolati, passivi,
alienati, pazzi, non atti a riflettere in maniera autonoma. È più semplice.
Quando qualcuno ha convinzioni che non si desidera conoscere, è più facile affermare
che è incapace di pensare per se stesso, che le sue idee sono soffiate dalla
propaganda.
In pratica solo chi denigra la Russia riflette in modo indipendente, lucido,
intelligente ed acume. Gli altri sono necessariamente stupidi, gretti,
malleabili e influenzabili. Non hanno idee loro! Questo modello è così scortese
e arrogante che è difficile credere che possa funzionare. Ma è il caso. E così che
tutti i principali media presentano il confitto in Ucraina fin dalla sua
nascita: gli ucraini che vogliono prendere le distanze dalla Russia ed avvicinarsi
all'Unione europea sono persone adulte, illuminate e benevole. Vanno verso il Bene
e verso la Luce. I loro avversari sono ottusi, violenti e fanno da fanalini di
coda. Sbagliano. Sono sub-umani. Non siatene scioccate - siamo a questi livelli.
Per la maggior parte dei commentatori occidentali, i resistenti del Donbass
sono esseri di rango inferiore. Come spiegare nel caso contrario il totale
disprezzo per i loro morti e le loro sofferenze? Il rifiuto di vedere le
centinaia di persone innocenti che cadono sotto le bombe di Kiev? L'incredibile
cinismo espresso in conclusioni affrettate, sempre lo stesso: "Cadaveri? Ma
sono gli stessi separatisti che macellano la loro gente! "Ovviamente, sono
i separatisti che uccidono perché non hanno niente altro da fare. E l'esercito
ucraino è probabilmente lì per svolgere operazioni umanitarie ...?
No, la russofobia non è una moda inventata da una manciata di russi irritabili.
Essa esiste. Alimenta il cuore con odio. Provoca diffidenza e rifiuto. Fa
chiuder gli occhi su chi soffre e di fatto li dichiara malvagi. Nutrita di
antichi miti, ostacola ogni tentativo di comprensione. Acceca. Inacidisce e finisce
per uccidere.
Articolo di Inna Tourkina:
Trad. a cura di O.V.