Nato: Alla Ricerca Della Distruzione Della Russia Dal 1949 Ad Oggi
Autore: Gary Leupp - Traduzione e adattazione a cura di O.V.

Nel 1990, dopo la
caduta del muro di Berlino, il presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush
tramite il suo segretario di Stato James Baker, prometteva al premier sovietico
Mikhail Gorbachev che in cambio della cooperazione per la riunificazione della
Germania, la NATO
non si sarebbe estese di "un pollice" ad est verso la Russia. Baker disse
a Gorbaciov: "Guarda, se rimuovete le [300000] truppe dalla Germania
orientale e consentite la riunificazione della Germania (e il suo ingresso
nella NATO), la NATO
non si estenderà di un pollice verso l'est."
L'anno successivo, l'URSS ufficialmente si dissolse. La propria alleanza
militare difensiva (comunemente nota come il "Patto di Varsavia") chiuse
i battenti. La guerra fredda era finita.
Ma allora perché anche la NATO
non si é dissolta, ampliandosi invece in modo inesorabile, circondanto di fatto
la Russia
europea? Perché non si tratta di questa questione essenziale con una sana discussione
ed un dibattito in questo paese (ndt. gli USA)?
NATO: Un'alleanza anti-russa della
Guerra Fredda
Molti non
concordano con l'affermazione che l'impegno di Bush non fu mai formalmente dato,
anche se Baker lo ripeté pubblicamente in Russia. Oppure sostengono che non fu
mai messa per iscritto, quindi giuridicamente inesistente. O ancora, che ogni
promessa fatta agli allora capi dell'Unione Sovietica, che cessò di esistere
nel 1991, non era applicabile alle successive relazioni USA-Russia. Ma appare
evidente che gli Stati Uniti hanno, con costernazione della leadership russa,
sostenuto una posizione di confrontazione con il suo ex-nemico della Guerra
Fredda, principalmente sotto la forma di un'espansione della NATO. Questa
espansione é raramente oggetto di commenti nei mass media americani, che si
tratti dell'ingresso di una nuova nazione nella NATO o dell'ammissione di un
nuovo stato nell'ONU, come se tutto ciò fosse del tutto naturale e senza
problematiche alcune.
Ma ritorniamo alla storia dall'inizio. L'Organizzazione del Trattato del Nord
Atlantico fu costituita il 4 aprile 1949, inizialmente composta da Stati Uniti,
Canada, Regno Unito, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo,
Danimarca, Islanda, Norvegia e Portogallo, come un'alleanza militare contro
l'Unione Sovietica , e principalmente la Repubblica Socialista
Federativa Sovietica Russa.
Si formò appena quattro anni dopo che i sovietici avevano preso d'assalto
Berlino, sconfiggendo i nazisti. (Come sapete, la Germania invase la Russia sei mesi prima che
il Giappone attaccasse Pearl Harbor; USA e URSS erano alleati durante seconda
guerra mondiale contro i fascisti; le vittorie chiave nella guerra in Europa di
Mosca, Stalingrado, Kursk, furono vittorie sovietiche sui nazisti; i soldati
americani attraversarono il Reno solamente il 22 marzo 1945 quando l'Armata
Rossa si stava avvicinando a Berlino, conquistandola tra il 16 aprile ed il 2
maggio e pagando un prezzo di circa 80.000 sovietici uccisi. Se non si sanno
queste cose, vi hanno negato un'istruzione adeguata.)
Nei quattro anni tra il suicidio di Hitler e la formazione della NATO, i due
grandi vincitori della guerra divisero l'Europa in sfere di influenza. La
vicina Unione Sovietica aveva contribuito in modo sproporzionato alla sconfitta
fascista: oltre otto milioni di militari e oltre 12 milioni di civili morti,
rispetto ai lontani Stati Uniti, che ebbe perdite per circa 186.000 morti nel
teatro europeo e 106.000 nel Pacifico.
Potrebbe sembrare strano che l'eroe "minore" in questo conflitto
epocale contro il fascismo si sia attribuito tutto il "bottino" dopo
la battaglia: gli Stati Uniti crearono un blocco che comprendeva la Gran Bretagna, la Francia, l'Italia, la
maggior parte della Germania, i Paesi Bassi, il Portogallo, e la maggior parte
della Scandinavia, mentre i sovietici affermavano la loro egemonia (o
tentarono) su stati-clienti generalmente meno abbienti. Ma i sovietici non erano
interessati a mettere nella loro bisaccia le nazioni più ricche. Se così fosse
stato, non avrebbero ritirato le loro truppe dall'Austria nel 1955.
Piuttosto, la Russia,
che storicamente ebbe più volte a subire invasioni ad ovest da Svezia, Lituania,
Polonia, Francia e Germania, voleva principalmente assicurare i suoi confini
occidentali. Per assicurare ciò, contribuì alla formazione di regimi
"amici", organizzando elezioni in Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria e
altrove. (Questi regimi avevano altrettanta legittimità che le elezioni
organizzate sotto occupazione americana in Iraq o in Afghanistan negli anni
successivi, o in qualsiasi paese dell'America Latina). Di fatto facendo nascere
le "repubbliche popolari" dell'Europa dell'Est.
Stati Uniti e Gran Bretagna brontolavano circa i progressi geopolitici del loro
ex alleato dei tempi della guerra. Nel marzo 1946 l'ex primo ministro
britannico Churchill durante una visita negli Stati Uniti faceva allusione ad
una "cortina di ferro" caduta in tutta Europa (forse stava
inconsapevolmente usando l'espressione che Josef Goebbels aveva usato appena
tredici mesi prima. Il ministro della propaganda tedesca aveva dichiarato ad un
giornale che "se il popolo tedesco deponesse le armi, i sovietici ...
occuperebbe tutta l'Europa ... una cortina di ferro si sarebbe abbattuta su
questo enorme territorio ... ").
Spaventoso!
Ma gli Stati Uniti stavano già da tempo lavorando alacremente alla
consolidazione del proprio blocco in Europa. Nel maggio 1947 la CIA costrinse i governi
italiano e francese ad eliminare i membri dei partiti comunisti dai governi
formati in seguito ai successi elettorali dell'anno precedente. (Gli Stati
Uniti avevano acquistato grande influenza, attraverso i 13 miliardi di $ del
Piano Marshall, iniziato nell'aprile del 1947 e progettato per rilanciare il
capitalismo europeo e diminuire il ricorso al "richiamo marxista".)
Il capo della Cia a Roma, si era poi addirittura vantato che "senza la CIA", che aveva
finanziato la campagna del "Terrore Rosso" e fomentato violenti
scontri, taluni anche mortali, " il partito comunista avrebbe sicuramente
vinto le elezioni in Italia nel 1948" (chiunque pensasse che i sovietici
truccassero le elezioni mentre gli Stati Uniti facilitavano leggiadramente
l'esercizio della democrazia facendone una questione di principio, è un ingenuo.)
Nel frattempo, prima della costituzione della Nato nell'aprile 1949, gli Stati
Uniti e la Gran Bretagna
aveva combattuto nel 1946 una guerra in Grecia a favore dei monarchici, contro
le forze guidate dal Partito Comuniste greco che era stato la spina dorsale del
movimento anti-fascista durante la
Seconda guerra mondiale. I comunisti avevano un ampio
sostegno e avrebbero facilmente vinto la guerra civile se i sovietici li
avessero sostenuti. Ma in seguito all'accettazione delle sfere di influenza di
Yalta e Potsdam, Stalin rifiutò gli appelli di aiuto dei greci comunisti (e
jugoslavi). I partigiani greci si arresero nell'ottobre 1949, sei mesi dopo la
formazione della NATO. (La NATO
in realtà non contribuì in questo intervento militare in Grecia in quanto tale,
intervento visto come la prima operazione militare della Guerra Fredda degli
Stati Uniti in linea con la "Dottrina Truman" anticomunista.)
Appena un mese dopo che la NATO
fu formata, i leader pro-U.S. in Germania occidentale unilateralmente
annunciarono la costituzione della Repubblica Federale tedesca. (La Repubblica Democratica
tedesca pro-sovietica fu dichiarata solo sei mesi più tardi. Come in Corea, i
sovietici sostenevano la riunificazione dei settori occupati. Ma gli Stati
Uniti era intenti a mettere in piedi solo Stati-clienti, dividendo le nazioni,
se necessario, per arginare ogni eventuale influenza sovietica. Questo fu il
caso con il Vietnam.)
Quattro mesi dopo la creazione della NATO i Sovietici effettuarono con successo
il loro primo test nucleare. La guerra fredda era iniziata sul serio.
La NATO fu così formata per affrontare in modo aggressivo l'URSS e sfruttare i
timori di una supposta minaccia di un attacco sovietico verso l'ovest mirato ad
imporre un regime socialista-sovietico su popoli recalcitranti. Questa minaccia
non si materializzò mai, naturalmente. I sovietici eressero un muro a Berlino
Est separandola da Berlino Ovest nel 1961 per evitare imbarazzanti fughe di
massa. Ma non hanno MAI cercato di invadere la Germania Ovest, o
provocare scontri con una nazione membro NATO durante la Guerra Fredda. (In
effetti, alla luce delle carneficine viste in Europa dal 1989 ad oggi, guerre
civili nei Balcani e nel Caucaso, attentati terroristici a Londra, Madrid e
Parigi, putsch neofascista teleguidato in Ucraina lo scorso anno, la Guerra Fredda appare in
retrospettiva come un lungo periodo di relativa pace e prosperità del
continente europeo.)
Confrontazione tra aggressioni di Stati
Uniti e Russia/Sovietica
durante la Guerra Fredda
La NATO fu ampliata nel 1952, con l'ammissione della
Grecia, ormai "pacificata" e della sua rivale storica, la Turchia. Nel 1955
anche la Repubblica Federale
di tedesca
fu introdotta
nella borsa della spesa. Solo allora, nel maggio 1956, sette anni dopo la
formazione della NATO, i sovietici crearono,
in risposta, la loro alleanza militare difensiva. Il Trattato di Amicizia,
Cooperazione e Assistenza Reciproca (Patto di Varsavia) comprendeva solo otto
nazioni (contro 15 nella NATO): Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia,
Germania Est, Ungheria, Polonia, Romania e Albania.
Le forze del Patto di Varsavia sono
intervenute solo una volta durante la Guerra Fredda, per reprimere il movimento di riforma
in Cecoslovacchia nel 1968. (Le forze del Patto on furono utilizzate durante la
repressione della "rivoluzione ungherese" del 1956, che ebbe luogo
cinque mesi dopo la fondazione dell'alleanza. Questo operazione fu eseguita da
truppe sovietiche e forze lealiste ungheresi.) L'intervento cecoslovacco
occasionò il ritiro dell'Albania dal Patto, mentre la Romania si limitò a
protestare e rifiutò di contribuire con l'invio di truppe. Quindi in pratica,
il Patto di Varsavia si ritrovò con sei
membri e la NATO
con 15. L'alleanza
occidentale fu portata a 16 membri quando la Spagna si unì nel 1982.
Tra il 1945 e il 1991 (quando il Patto di Varsavia e l'URSS si sciolsero), gli
Stati Uniti si erano già impegnati in tre grandi guerre (in Corea, in Vietnam,
e nel Golfo Persico); invaso Grenada e Panama; ed intervenuti militarmente in
Guatemala, Repubblica Dominicana, Libano, Cuba, Cambogia, Laos, Nicaragua,
Haiti ed altri paesi.
Nello stesso periodo, i sovietici invasero nazioni dell'Europa orientale due
volte: Ungheria nel 1956 e Cecoslovacchia nel 1968, essenzialmente per
mantenere lo status quo. Altrove, ci fu un breve conflitto di confine con la Cina nel 1969, che fece circa
150 vittime su entrambi i lati. E i sovietici invasero l'Afghanistan,
naturalmente, nel 1979 per sostenere il regime laico di fronte ad
un'opposizione islamista. Questo è tutto. In realtà, se lo si confronta al
record degli Stati Uniti, abbiamo un record di aggressione piuttosto misero per
una superpotenza.
L'opposizione islamista in Afghanistan, come sappiamo, si trasformò con i
talebani, in Al Qaeda, e il gruppo fondato in Iraq dal rivale di Bin Laden, Abu
Musab al-Zarqawi, è ora chiamato ISIL o Stato Islamico. Definiti, quasi con
affetto, dalla stampa statunitense nel 1980 come i "Mujahadeen"
("coloro che sono impegnati nella jihad"), questi militanti religiosi
erano idolatrati all'epoca dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale
Zbigniew Brzezinski di Jimmy Carter come santi guerrieri anti-comunisti.
Brzezinski aveva
suggerito a Carter, sei mesi prima che se i sovietici mandassero truppe contro
i jihadisti appoggiati dagli Stati Uniti, che si sarebe potuto indurre un
intervento militare sovietico. "Gli Stati Uniti," dichiarò,
"avevano l'opportunità di dare all'URSS la sua guerra del Vietnam e fare
sanguinare i sovietici come loro avevano dissanguato gli Stati Uniti in
Vietnam."
(Soffermiamoci qui un attimo e fare un po' di morale... I sovietici aveva
aiutato i vietnamiti a combattere un regime impopolare sostenuto dagli USA ed
affrontare gli orrori di un'aggressione statunitense del loro paese. Ora, per
tornare al modo di vedere le cose di Brzezinski, gli Stati Uniti avrebbero
dovuto aiutare estremisti islamici le cui menti erano rimaste nel Medioevo, per
"indurre" un intervento sovietico, in modo da uccidere giovani
sovietici di leva ed impedire l'avvento della modernità.)
I jihadisti anti-sovietici furono accolti alla Casa Bianca dal presidente
Ronald Reagan durante una visita nel 1985. Reagan, forse già mostrando i segni
della malattia di Alzheimer, li strombazzò come "l'equivalentet morale dei
padri fondatori degli Stati Uniti." Questo succedeva quando la grande
massa degli aiuti USA (CIA) ai Mujahadin andavano nelle casse di Gulbuddin
Hekmatyar, un feroce signore della guerra, ora allineato con i talebani. Uno
dei molti ex protetti degli Stati Uniti (Saddam Hussein incluso) che in seguito
ad una litigata con il "Capo", fu il bersaglio di almeno un tentativo
(fallito) con un drone della CIA nel 2002.
Così uno dei soli conflitti militari sovietici protrattosi durante la guerra
fredda, durato dal dicembre 1979 al febbraio 1989 e che costò circa 14.000 vite
sovietiche, fu un conflitto con quello degli che gli esperti Stati Uniti adesso
chiamano "terrorismo islamico".
I sovietici non stavano certamente affrontando combattenti anticomunisti per la
"libertà" come questo potrebbe essere concettualizzato da qualche moderno
ideologo.
Il nemico
comprendeva capi tribali e religiosi che si opponevano a qualsiasi cambiamento
dello statuto sociale di donne e bambine, in particolare i loro modi di
vestirsi, e la sottomissione all'autorità patriarcale in questioni come come,
per esempio, il matrimonio.
Gli aspiranti rivoluzionari sostenuti dai sovietici affrontavano religiosi
fanatici ed ignoranti sulle necessità mediche delle donne, ostili all'idea
stessa di ospedali pubblici e contrari alla loro istruzione, (in realtà i
sovietici aumentarono il tasso di alfabetizzazione delle donne durante la 1980s
- un fatto non eguagliato dai nuovi occupanti a partire dal 2001- ma questo era
dovuto principalmente al fatto che mantenevano il controllo su Kabul, dove le
donne non solo potevano andare scuola, ma anche andare in giro senza velo.)
Quei giorni finirono il giorno in cui il regime pro-sovietico di Mohammad
Najibullah venne rovesciato dalle forze dell'Alleanza del Nord nel mese di
aprile 1992. Le cose peggiorarono. La guerra civile tra il pastun Hekmatyar e i
suoi rivali tagiki scoppiò immediatamente e le forze di Hekmatyar brutalmente
bombardarono la capitale, cosa che non era mai successo durante i peggiori
giorni del periodo sovietico.
Mentre la guerra civile andava peggiorando, i talebani cominciarono ad
emergere, presentandosi come una leadership moralmente retta in base alla
Sharia. L'acquisizione di una larga base sociale, permise loro la presa di
Kabul nel settembre 1996. Tra i loro primi atti fu quello di prendere
Najibullah, che si era rifugiato nel complesso delle Nazioni Unite nella città
tre anni prima, castrarlo, ed impiccarlo pubblicamente, negandogli un vera
sepoltura musulmana.
Proprio mentre i neocon cantavano il trionfo del capitalismo sul comunismo, e
la presunta "fine della storia," il mostro di Frankenstein
dell'islamismo eresse la sua brutta testa. Non ci furono lacrime versate nelle
capitali occidentali per Najibullah. Ma i talebani furono visti con
preoccupazione e disgusto e il seggio afgano all'ONU fu occupato con il regime
dell'Alleanza del Nord che controllava solo il 10% del paese.
Come la guerra fredda ha incoraggiato
"l'islam radicale"
Sicuramente gli Stati Uniti, che avevano fatto le valigie dopo il ritiro
sovietico, lasciando i pakistani con un enorme problema di profughi e
l'Afghanistan in uno stato di caos, salassato i sovietici e chi avesse osato
allearsi con loro. E sicuramente questa esperienza contribuì alla realizzazione
del desiderio più ardente di Brzezinski: il crollo dell'Unione Sovietica.
Ma ciò produsse anche un terrorismo islamico, alla grande, mentre gli Stati
Uniti, una volta organizzato il reclutamento e la formazione di legioni di
jihadisti provenienti da tutto il mondo musulmano venuti per salassare i
sovietici, erano e sono tuttora confrontati con un ritorno di fiamma, e le loro
risposte invitano a sempre più terrore.
Non è forse evidente che le azioni militari Stati Uniti contro i vari obiettivi
"terroristici" nel Grande Medio Oriente, tra cui l'Afghanistan,
l'Iraq, la Siria,
lo Yemen e la Libia
hanno notevolmente ingrossato le fila dei rami di Al-Qaeda, nonché dell'ISIL?
E il corso degli eventi in Afghanistan (dove il governo di Kabul rimane
paralizzato e inetto, i signori della guerra governano le città di provincia, la Corte Suprema afgana
condanna a morte per reati religiosi, gran parte della campagna é stata concessa
ai talebani e le loro milizie si stanno facendo strada nel nord) non ci
convincono che gli Stati Uniti non avrebbero mai dovuto sostenere e armare i
jihadisti contro le forze laiche sostenute dai sovietici trentacinque anni fa?
In un'intervista del 1998 Jeffrey St. Clair e Alexander Cockburn chiesero a
Brzezinski se fosse pentito di "aver armato e consigliato i futuri
terroristi [islamici] ".
Brzezinski: Cos'è più importante per la storia del mondo?
I Talebani o il collasso dell'impero Sovietico? Qualche musulmano agitato o la
liberazione dell'Europa centrale e la fine della guerra fredda? (n.d.t.
non ridete, é roba seria!)
D: Alcuni musulmani agitati? Ma è stato detto e ripetuto:
il fondamentalismo islamico rappresenta una minaccia per il mondo di oggi.
Brzezinski:
Sciocchezze! Si é detto che l'Occidente ha avuto una politica globale in
materia di Islam. É stupido. Non esiste un Islam globale. Guardate all'Islam in
modo razionale e senza demagogia o emozione. É la religione principale del
mondo con 1,5 miliardi di seguaci. Ma cosa c'è in comune tra il fondamentalismo
dell' Arabia Saudita, il moderato Marocco, il militarismo Pakistano, l'Egitto
pro-occidentale o il laicismo centro-asiatico? Niente di più di ciò che unisce
i paesi cristiani.
In altre parole, vincere la gara con la Russia, farla sanguinare fino al collasso, era
più importante di qualsiasi altro rischio compreso quello di promuovere un fondamentalismo
islamico militante. È evidente che questa mentalità esiste tuttora, quando,
anche nel mondo post 11/9, alcuni funzionari del Dipartimento di Stato preferirebbero
fare cadere Damasco nelle mani sell'ISIS piuttosto che vedere i russi sostenere
un regime laico.
La NATO alla riscossa nel mondo
post-Guerra Fredda

Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, e la scomparsa del Patto di Varsavia, che
cosa ha fatto la NATO?
Prima di tutto, si è data da fare per colmare un vuoto di potere nei Balcani. La Jugoslavia stava
cadendo a pezzi. Era stata neutrale durante la Guerra Fredda: né
membro della NATO né del Patto di Varsavia. Mentre i governi cadevano in tutta
l'Europa orientale, movimenti secessionisti nella repubblica multietnica
producevano conflitti diffusi. Il segretario di Stato US James Baker
preoccupato che la disgregazione della Jugoslavia avrebbe prodotto instabilità
regionale si oppose all'indipendenza della Slovenia.
Ma il ministro degli Esteri tedesco, Hans-Dietrich Genscher, e il cancelliere
Helmut Kohl, gargarizzandosi orgogliosamente della riunificazione della
Germania e intenti a svolgere un ruolo geo-politico più importante, premerono
per lo smantellamento della Jugoslavia (vi era un profondo interesse storico tedesco
per questo paese. La Germania
nazista aveva occupato la
Slovenia dal 1941-1945, formando una Guardia Nazionale
slovena forte di 21.000 unità e creando imprese industriali. La Germania diventava quindi
e di gran lunga il principale partner commerciale della Slovenia).
La linea di Kohl
prevalse.
La Jugoslavia,
che era stato un modello di armonia interetnica, venne lacerata da conflitti
etnici nel 1990. In
Croazia, croati combatterono serbi sostenuti dall'Esercito Popolare Yugoslavo;
in Bosnia-Erzegovina, bosniaci, croati e serbi cominciarono a litigare su come
dividersi la terra. Nella stessa Serbia il ritiro dell'autonomia delle province
del Kosovo e della Vojvodina produsse indignazione in seno all'etnia albanese.
Nel 1995 immagini di uomini e ragazzi bosniaci emaciati nei campi di prigionia
serbi furono ampiamente pubblicizzati dai media del mondo intero e siccome Bill
Clinton non voleva di un Ruanda bis (leggi "genocidio"!), almeno non
sotto il suo mandato, questa volta l'America "avrebbe salvato la
faccia".
O meglio: la NATO
gliela avrebbe salvata! Lungi dall'essere meno attiva dopo la Guerra Fredda, la NATO, sosteneva Clinton, era
la sola forza internationale in grado di gestire questo tipo di sfida. E così la NATO bombardatò, e bombardatò
così tanto, per la prima volta in assoluto in una vera e propria guerra, fino a
che i serbi bosniaci supplicarono pietà. L'attuale configurazione della
Bosnia-Erzegovina, una federazione disfunzionale nella quale é inserita una
mini-repubblica serba, è stata dettata dal segretario di Stato Warren
Christopher e dal suo vice Richard Holbrooke nel corso della riunione a Dayton,
Ohio, nel novembre 1995.
La Russia, tradizionale alleata dei serbi, fu costretta a guardare passivamente
mentre Stati Uniti e NATO rimappavano l'ex Jugoslavia. La Russia (si era nel 1990,
sotto quel buffone ubriaco di Boris Eltsin), era allora in stato di disastro
totale. L'economia era in picchiata; la disperazione la regola; la speranza di
vita maschile era crollata. Il nuovo sistema politico era tutt'altro che
stabile. Durante la "Crisi Costituzionale" di settembre-ottobre 1993,
il presidente-buffone aveva persino ordinato all'esercito di bombardare il
palazzo della Duma e costringere i parlamentari ad ascoltare il suo decreto di sciogliemento.
In preda a
oligarchi corrotti e capitalismo da Far West, la popolazione russa cadde in un
pozzo di delusione e demoralizzazione.
In seguito arrivarono ulteriori insulti dall'Ovest. Nel corso dell'ultimo anno di
Eltsin, nel marzo 1999, gli Stati Uniti accolsero nella NATO altre tre nazioni:
la Cecoslovacchia
(divenute poi Repubblica Ceca e Slovacchia), l'Ungheria e la Polonia. Queste
nazioni erano state le più potenti tra i Paesi del Patto di Varsavia a parte
l'URSS e la
Germania Orientale! Fu questa la prima espansione della NATO
dal 1982 (quando la Spagna
si unì) e comprensibilmente il Cremlino ne fu sconvolto. Quale possibile
ragione c'era di allargare la
NATO ora? Chiesero i russi, solo per avere la certezza che la NATO non fosse contro
nessuno.
Il Senato US votò per per l'estensione alla NATO alla Polonia, Ungheria e
Cecoslovacchia nel 1998. A
quel tempo, a George Kennan, il famoso diplomatico statunitense che aveva
sviluppato la strategia della Guerra Fredda di "contenimento dell'Unione
Sovietica", fu chiesto di commentare.
"Penso che sia l'inizio di una
nuova guerra fredda", affermò il 94enne Kennan. "Penso che i
russi reagiranno gradualmente, in modo molto negativo e ciò avrà ripercussioni
politiche. Penso che sia un tragico errore. Non c'era nessuna ragione per agire
così ... Ciò dimostra una scarsa comprensione della storia russa e della storia
sovietica. Naturalmente ci sarà una
reazione negativa da parte della Russia, e poi [i fautori di espansione della NATO] diranno che "lo abbiamo
sempre detto che i russi sono fatti così...", ma tutto ciò è semplicemente
sbagliato".
NATO contro Serbia
Nello stesso mese di marzo 1999, la
NATO (compresi i suoi tre nuovi membri) iniziò a bombardare
Belgrado, la prima volta dopo la Seconda
Guerra Mondiale che una capitale europea veniva sottoposta a
bombardamenti. La ragione ufficiale invocata fu che le forze dello Stato serbo
stavano abusando degli albanesi della provincia del Kosovo, la diplomazia aveva
fallito e un intervento della NATO era necessario per mettere le cose a posto.
Questa logica fu accompagnata da rapporti grossolanamente esagerati di
uccisioni di kosovari da parte di forze di sicurezza serbe "presumibilmente
equivalenti ad un genocidio".
Era una grossolana bufala. Gli Stati Uniti alla conferenza di Rambouillet, in
Francia, chiesero che la Serbia
ritirasse le sue forze dal Kosovo e ripristinasse l'autonomia della provincia.
Il residente serbo Slobodan Milosevic accettatò. Ma gli Stati Uniti chiesero
anche che Belgrado accettasse un'occupazione delle forze NATO in tutto il
territorio della Jugoslavia, cosa che nessun capo di uno Stato sovrano avrebbe
potuto accettare. E Belgrado rifiutò, sostenuta dalla Russia.
Un "alto funzionario del Dipartimento di Stato" (probabilmente la Segretaria di Stato
Madeleine Albright stessa) andava vantandosi con i giornalisti che a
Rambouillet "abbiamo volutamente posto la barra troppo in alto affinché i
serbi non potessero rispettarla. . . . . I serbi avevano bisogno di un po' di
bombe per indurli alla ragione ". Nel corso di una conferenza stampa Henry
Kissinger (non proprio un pacifista) nel mese di giugno affermava:" Il
testo di Rambouillet, che invitava la
Serbia ad ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia, era una
provocazione, una scusa per iniziare i bombardamenti. Rambouillet è un
documento che nemmeno il più angelico dei serbi avrebbe potuto accettare. Era
un documento diplomatico terribile che non avrebbe mai dovuto essere stato presentato
in quella forma".
Gli Stati Uniti avevano ottenuto l'approvazione delle Nazioni Unite per gli
attacchi della NATO sulla Bosnia Erzegovina quattro anni prima. Ma non hanno
mai cercato in quel momento di organizzare una forza delle Nazioni Unite per
affrontare il problema del Kosovo. In effetti, insistettero affinché la NATO fosse riconosciuta come la
sola rappresentante della "comunità internazionale".
Fu scandaloso. Tuttavia, l'opinione pubblica statunitense fu in gran parte
convinta che i serbi erano riusciti a negoziare la pace in cattiva fede e avevavo
meritato il bombardamento acclamato
dalla stampa, in particolare dalla "corrispondente nazionale senior"
di CNN, Christiane Amanpour, una insider del Dipartimento di Stato che
continuava a raccontare agli spettatori "che Milosevic continua a prendere
in giro la comunità internazionale", perché aveva rifiutato l'ultimatum
bullista della NATO che anche Kissinger aveva identificato come una
provocazione!
Dopo che il massacro di massa dei kosovari divenne realtà (quando le bombe
della Nato cominciarono a cadere sul Kosovo), e dopo due mesi e mezzo di
bombardamenti concentrati su Belgrado, un accordo con mediazione russa concluse
la guerra.
Belgrado evitò
l'occupazione NATO che aveva precedentemente rifiutato. (In altre parole, la NATO non aveva ottenuto nulla
che i serbi non avevessero già concesso a Rambouillet!)
Non appena il cessate il fuoco entrò in vigore il 21 giugno, una colonna di
circa 30 veicoli blindati che trasportavano 250 truppe russe si trasferì dalle
postazioni di mantenimento della pace in Bosnia per stabilire il controllo sull'aeroporto
di Pristina nel Kosovo. (Solo un piccolo promemoria per ricordare che anche la Russia ebbe un ruolo da
svolgere nella regione.)
Questa azione russa prese di sorpresa il comandante americano della Nato Wesley
Clark. Costui ordinò che paracadutisti britannici e francesi volassero ad
occupare l'aeroporto, ma il generale britannico Sir Mike Jackson saggiamente
esitatò. "Non ho intenzione di far cominciare ai miei soldati la terza
guerra mondiale", dichiarò.
Penso che sia probabile che questo gesto drammatico all'ultimo minuto presso
l'aeroporto fosse stato sollecitato da tal Vladimir Putin, un consulente di
Eltsin che presto sarebbe stato nominato vice-presidente e poi successore di
Eltsin a partire dal dicembre 1999. Putin si dimostrò in seguito più acerrimo
oppositore all'espansione della NATO del suo imbarazzante predecessore.
Quando la Cooperazione incontra la Provocazione
Ricordiamo come
due anni più tardi, dopo l'11/9 del 2001, quando gli Stati Uniti sollecitarono la NATO per invitare i suoi
alleati nella guerra in Afghanistan, Putin offrì di consentire il trasporto di
materiale bellico in Afghanistan attraverso il territorio russo. (Nel 2012 il
ministro degli Esteri Lavrov offrì alla NATO l'uso di una base a Ulyanovsk per
il trasporto di attrezzature fuori dall'Afghanistan...) Questa invasione afgana
fu solo il terzo caso di effettivo dispiego di forze NATO in guerra, dopo la Bosnia e la Serbia, e Mosca lo accettò de facto.
La Russia non fece caso delle sue preoccupazioni
nemmeno quando gli Stati Uniti stabilirono basi militari nelle ex repubbliche
sovietiche dell'Uzbekistan e del Kirghizistan.
Ma nel 2004, la NATO
ricominciò di nuovo ad espandersi per includere Estonia, Lettonia e Lituania,
paesi che aveva fatto parte della stessa URSS e che confinavano con la Russia. Allo stesso
tempo la Bulgaria,
la Romania e la Slovenia erano state
ammesse, insieme alla Slovacchia, che era diventata indipendente dalla
Repubblica Ceca. I russi di nuovo chiesero: "Perché?"
Nel 2007 gli Stati Uniti cominciarono a negoziare con i polacchi
l'installazione di un complesso di difesa missilistico NATO in Polonia, con un
sistema radar nella Repubblica Ceca. Ufficialmente lo scopo era quello di
abbattere eventuali missili iraniani diretti verso l'Europa in un eventuale
futuro! Ma Mosca si infuriò, accusando gli Stati Uniti di voler lanciare un
altra corsa agli armamenti. Dovuto in gran parte al sentimento antimilitarista
dei polacchi e dei cechi, questi piani furono messi da parte nel 2009. Ma
potrebbero essere resuscitati in qualsiasi momento.
Nel 2008, poi, gli Stati Uniti riconobbero il Kosovo, che già ospitava la più
grande base US (Camp Bondsteel) al di fuori degli Stati Uniti, come paese
indipendente. Anche se gli Stati Uniti avevano insistito fino a quel momento
nel riconoscere il Kosovo come provincia della Serbia (e forse anche compreso
il suo significato profondo, come il cuore
dell'ortodossia Serba), ora (tramite Condoleezza Rice) il Kosovo fu
proclamato una come fenomeno "sui generis". Si dimenticava così il
diritto internazionale. Anzi: semplicemente non si applicava.
In quello stesso anno 2008, la
NATO annunciava coraggiosamente che la Georgia e l'Ucraina
"diventeranno membri della NATO." Dopodichè il presidente buffone
Mikheil Saakašvili cominciò il bombardamento di Tskhinvali, capitale della
autoproclamata Repubblica dell'Ossezia del Sud, che aveva resistito
all'integrazione nella attuale Repubblica di Georgia al momento della
disgregazione dell'Unione Sovietica nel 1991. In quel caso la Russia corse in difesa
dell'Ossezia del Sud, invadendo la Georgia. E quindi riconobbe l'indipendenza, sia
dell'Ossezia del Sud che della Repubblica dell'Abkhazia dalla Georgia. (Questo
può essere visto come una risposta "pan per focaccia" alla decisione
degli Stati Uniti di riconoscere l'indipendenza del Kosovo dalla Serbia sei
mesi prima.)
Fu una guerra di sei giorni, che causò circa 280 vittime militari (di cui 100
dal lato sud-osseta russo) e circa 400 vittime civili. Da allora non c'è stata
alcuna "guerra russa". La
Crimea non fu "invasa" l'anno scorso ma
semplicemente presa dalle forze russe già presenti in luogo, con il sostegno
generale della popolazione. E le prove che l'esercito regolare russo si stia
confrontando con le forze dello Stato ucraino sono inesistenti; gli abitanti di
etnia russa lo stanno facendo, ricevendo senza dubbio sostegno dalla sorella di
un oltre confine storicamente mutevole. Ma l'accusa del Dipartimento di Stato
di una "invasione russa dell'Ucraina" fa parte di una strategia di
propaganda ripetuta automaticamente a pappagallo dai sapientoni dalla stampa
lustra-scarpe ufficiale e non di una realtà oggettiva.
Saakašvili forse aspettava di essere ripagato dagli Stati Uniti per
avere
provocato Mosca nel mese di agosto 2008. Ma, mentre riceveva il fermo
sostegno
del senatore John McCain, quando questi dichiarava "siamo tutti
georgiani
", ricevette pochissimo aiuto da parte di George W. Bush, il
Dipartimento
di Stato andandoci con i piedi di piombo per evitare il rischio di
provocare la Terza guerra mondiale. La Georgia non era ancora un
membro NATO in grado di citare la clausola di difesa reciproca
dell'Alleanza.
Saakašvili lasciò l'incarico nel 2010 ed è ora sotto accusa da parte dei
tribunali georgiani per abuso di atti di ufficio. Dopo una breve esperienza
presso la Fletcher
School di Diritto Internazionale e Diplomazia nel 2014, ha acquisito la
cittadinanza ucraina, con il risultato di perdere quella georgiana per poi
essere nominato governatore di Odessa nel maggio scorso (uno dei tanti esempi
di quanto pazzi possano essere i governanti di Kiev come Yatsenyuk e
Poroshenko)!
Data la debacle del 2008, paesi come la Germania sono restii ad accettare l'ingresso
della Georgia nella NATO in un vicino futuro. Non vedono alcun profitto nel provocare la Russia all'infinito
espandendo l'alleanza "difensiva" della Guerra Fredda. Eppure, la Croazia e l'Albania sono
state aggiunte alla NATO nel 2009, nel primo anno dell'amministrazione Obama,
giusto in tempo per partecipare alla quarta guerra NATO contro la Libia.
Anche in questo caso non vi era alcun motivo per una guerra.
Il colonnello Gaddhafi era stato decisamente accomodante nei confronti dei
regimi occidentali dal 2003, e aveva attivamente collaborato con la CIA contro il terrorismo
islamista. Ma quando la "primavera araba" spazzò la regione nel 2011,
alcuni leader occidentali (guidati dal presidente francese Nicolas Sarkozy, con
il sostegno del "falco" Hillary Clinton) si convinsero che la caduta
di Gaddhafi era imminente, e quindi fosse meglio aiutare l'opposizione a
deporlo allo scopo di ingraziarsi i servizi di eventuali successori.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò allora una risoluzione
per stabilire una zona di interdizione aerea (ndt: no-fly zone) per proteggere i civili da un presunto genocidio da
parte delle truppe di Gaddhafi. Ma ciò che la NATO aveva scatenato fu qualcosa di molto
diverso: la guerra contro Gaddhafi si concluse con la sua uccisione brutale e il
terribile caos che da allora regna in Libia, ora una base sicura di al-Qaeda e
ISIL. Russia e Cina avevano protestato, mentre la guerra era ancora in corso,
che la NATO
aveva distorto il significato della risoluzione Onu. È improbabile che i due
membri permanenti del Consiglio di Sicurezza siano nuovamente ingannati in una tale
cooperazione...
Possiamo quindi aggiungere il fallimento in Libia, a quelli nella
Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Afghanistan, alla nostra lista di "successi"
della NATO dal 1991 in
poi. In sintesi: dopo il crollo dell'URSS, gli Stati Uniti ed alcuni alleati
(di solito in qualità di alleati Nato) hanno dichiarato guerra ai Serbi bosniaci,
alla Serbia, all'Afghanistan, all'Iraq e alla Libia, colpendo impunemente allo
stesso tempo obiettivi in Pakistan, Yemen, Somalia e altrove. La Russia ha fatto la guerra,
per essere precisi, una volta: per otto giorni nel mese di agosto del 2008,
contro la Georgia.
Eppure i nostri sapientoni sui telegiornale nazionale vi diranno
senza ridere che é Putin colui che "invade i paesi."
Qual è la finalità dell'espansione della NATO?
Così, mentre la NATO
ha aumentato il numero di adesioni, mostrando una propensione crescente ad
andare in guerra, dall'Asia centrale al Nord Africa, dobbiamo chiederci: qual è il fine di tutto ciò?
La finalità iniziale nel 1949 era la difesa dell'Europa Occidentale, seguendo
il postulato di una possibile invasione sovietica. Tale logica è ancora in
vigore: quando i sostenitori della Nato oggi parlano a favore dell'inclusione
della Lituania, per esempio, affermando che, se la Lituania rimanesse fuori
dall'alleanza, i russi l'invaderebbero sicuramente con il pretesto di difendere
i diritti dell'etnia russa ecc.
Nella realtà nulla viene a conprovare eventuali ambizioni russe, o dello stesso
Putin, per ricreare l'impero zarista o quello dell'Unione Sovietica. (Putin
solo pochi giorni fa osservava che "Noi non vogliamo un ritorno indietro
all'URSS. Ma nessuno ci crede." Ha anche rilevato che le persone che non sentono
una certa nostalgia per l'Unione Sovietica, come la maggior parte dei cittadini
dell'ex URSS abbastanza giovani per ricordarla, non hanno cuore, mentre coloro
che vogliono ripristinarla non hanno cervello.)
E dato che la NATO
si é ampliata inesorabilmente tra il 1999 e il 2009, la Russia ha risposto non con
le minacce, ma con calma indignazione.
I commenti di Putin sul fatto che la dissoluzione dell'Unione Sovietica fosse
stata una "tragedia geopolitica", e il suo utilizzo occasionale di un
linguaggio forte quando fa allusione ai diritti dei russi nelle ex URSS, non
costituiscono minacce militariste. Come sempre i neocons raccolgono una frase
qua e una là, dandosi da fare nel cercare di descrivere Putin come (ancora)
"un altro Hitler". In realtà i russi, relativamente parlando, negli
ultimi anni sono stati i portaparole della ragione, allarmati dalle conseguenze
delle azioni degli Stati Uniti nel Medio Oriente, hanno cercato di frenare
l'imperialismo statunitense, sfidando allo stesso tempo il terrorismo islamico.
Nell'agosto del 2013 Obama minacciò di attaccare la Siria, ufficialmente per
punire il regime di Assad per l'uso di armi chimiche contro il suo popolo (l'accusa
originale fu poi screditata da Seymour Hersh, una referenza nel campo del
giornalismo di investigazione) L'abile intervento dal ministro degli Esteri
russo Sergey Lavrov, e il rifiuto della Camera dei Comuni britannica nel sostenere
un attacco (l'assicurazione che tutti i membri Nato fossero d'accordo, come per
la guerra in Iraq, non era data per scontata...), e l'opposizione interna
contribuirono ad evitare una nuova guerra USA in Medio Oriente.
Ma è come se i falchi del Dipartimento di Stato, risentiti dal successo della
Russia nel proteggere il suo alleato siriano dal seguire il destino di Gaddhafi
e irritati dalla sua inalterata capacità a mantenere facilità logistiche
aero-navali sulla costa siriana, avessero raddoppiato i loro sforzi per
provocare la Russia.
Quale modo migliore per farlo che interferire in Ucraina, che
non solo aveva fatto parte dell'Unione Sovietica, ma addirittura dello Stato
russo dal 1654 e che fu il nucleo originale della "Rus di Kiev" nel X
secolo?
La NATO aveva
sempre corteggiato l'Ucraina sin dal 1994, cinque anni prima che l'alleanza fosse
ampliata per includere la
Polonia, l'Ungheria e la Cecoslovacchia. Kiev
aveva firmato il Piano di Azione per l'Adesione NATO nel 2008 (NATO
Membership Action Plan), quando era presidente Viktor Yushchenko, ma
questo fu messo da parte quando fu eletto Viktor Yanukovich nel 2010. Godendo
del solido sostegno dei russofoni dell'est, Yanukovich vinse quella che gli
osservatori internazionali definirono un'elezione libera ed equa.
Yanukovich non voleva che l'Ucraina aderisse alla NATO: voleva una Ucraina
neutra mantenendo la tradizionale stretta relazione tra l'Ucraina e Russia. È
ciò che fece infuriare Victoria Nuland, capo dell'ufficio Eurasia al
Dipartimento di Stato, che fece dell'ingresso dell'Ucraina nella NATO l'unico
scopo della sua vita. Al finale ciò sarebbe stato il premio per la NATO in Europa orientale: un
paese di 44 milioni di persone istruite, dalle dimensioni della Francia, in
posizione strategica sul Mar Nero, storicamente dominato dalla Flotta russa del
Mar Nero. Un paese etnicamente diviso, con una popolazione filo-russa, di madrelingua
russa ad est, ed una parte filo occidentale di lingua ucraina ad ovest, con un
movimento neofascista insolitamente vigoroso e ferocemente anti-russo in attesa
di essere utilizzato.
Nuland, ex assistente di Cheney, la cui visione del mondo neocon si era attirata
la benevola attenzione di Hillary Clinton con conseguente promozione, è la
moglie di Robert Kagan, opinionista neocon e "ragazzo pon-pon" per guerra
in Iraq (Kagan era uno dei membri fondatori del "think tank" noto come
Progetto per un Nuovo Secolo Americano). La coppia rappresenta le due ali degli
incessanti complotti neocon: quelli che lavorano per distruggere la Russia, e coloro che
lavorano per distruggere il Medio Oriente, coscientemente usando la menzogna per
confondere le masse sui loro veri obiettivi.
Al National Press Club di dicembre 2013 Nuland vantava che gli Stati Uniti
(attraverso "ONG" come il National Endowment for Democracy) avevano
speso 5 miliardi di $ in Ucraina per sostenere le "aspirazioni europeiste"
dell'Ucraina. Questa deliberatamente vaga formulazione si suppone si riferisca
al sostegno degli Stati Uniti per l'ammissione di Kiev nell'Unione europea. Il complotto
fabbricato dagli Stati Uniti contro Yanukovich non lo fu perché lui aveva
respinto l'adesione alla NATO, cosa mai menzionata. Il "caso" fu
costruito sul presunto "tradimento"
di Yanukovich alle aspirazioni pro-UE del suo popolo, colpevole di aver
parafato prima, e rifiutato poi, un accordo di associazione commerciale con il
blocco UE, temendo che ciò avrebbe significato un regime di austerità di stile
greco imposto al Paese dall'esterno.
Nel novembre 2013 la folla si riunì a Maidan a Kiev (ndr. per il finanziamento
della "protesta" vedi voce "SOROS" su Google) per
protestare contro (tra l'altro) il cambiamento di posozione di Yanukovich sull'adesione
all'UE. Il Dipartimento di Stato americano ne abbracciò immediatamente la
causa. Ci si potrebbe chiedere perché, allorché l'UE costituisce un blocco
commerciale concorrente, gli Stati Uniti fossero così interessati a promuovere
l'adesione di qualsiasi paese in esso. Che differenza fa per voi e per me se
l'Ucraina ha legami economici più stretti
con la Russia
che con l'UE?
Il piccolo sporco segreto qui è che l'obiettivo degli Stati Uniti era
semplicemente quello di utilizzare la causa di "unire l'Europa" per inserire
l'Ucraina nella NATO, cosa che potrebbe essere descritta come il prossimo passo
naturale nel riallineamento geopolitico dell'Ucraina.
Costruendo sul disprezzo popolare per Yanukovich per la sua corruzione, ma
lavorando anche con politici noti per essere favorevoli all'ingresso nella NATO
e all'espulsione delle forze navali russe dalla base di Crimea che la Russia aveva dal 1780, includendo
le forze neofasciste che odiano non solo la Russia ma anche l'UE, Nuland e il suo team tra
cui l'onnipresente John McCain salta fuori al Maidan distribuendo biscotti e
incoraggiando la folla per far cadere il presidente.
La cosa naturalmente funzionò. Il 22 febbraio, ad un giorno dalla firma di un
accordo per le riforme di governo e nuove elezioni, in seguito a mediazione
europea, e pensando che la bomba fosse stata disinnescata, Yanukovich fu
costretto a fuggire per salvarsi la vita (ndt. e non fare la fine di
Gheddhafi...). Le forze neofasciste di Svoboda e di Settore Destro servirono da
truppe d'assalto per il rovesciamento del regime. Le manovre machiavelliche di
Nuland avevano trionfato: una neocon ebrea aveva abilmente schierato squadre apertamente
antisemite per abbattere un regime e piantarne al suo posto uno pro-NATO.
Era come se, dopo 14 anni di espansione, la NATO potesse presto essere in grado di accogliere
un nuovo enorme membro (ndt. NON ridete...é
la traduzione tale e quale) nei suoi ranghi, completare l'accerchiamento della
Russia, costringere la sua flotta a lasciare la Crimea e trasformare il Mar
Nero in un lago della NATO.
Ahimè per i neocons e gli "interventisti liberali", il nuovo regime
scelto da Nuland, con a capo Arseniy Yatsenyuk e i suoi alleati di Svoboda si
sono immediatamente alienati la popolazione orientale di lingua russa, che
rimane sul piede di guerra rendendo di fatto il paese ingovernabile, facendone
crollare l'economia; e l'idea di espellere i russi da Sebastopoli è diventata
inimmaginabile.
Ma che cosa vogliono i pianificatori della NATO? A cosa é diretta tutta questa
espansione e le provocazioni che ne derivano?
Russia: una "minaccia
esistenziale"?

Innanzitutto i sostenitori della Nato, malgrado ripetano spesso che "Non
siamo contro la Russia,
la Russia non
c'entra nulla" nei fatti si comportano come se la Russia rappresentasse una
minaccia permanente. Così il generale Sir Adrian Bradshaw, il più alto
ufficiale britannico nella NATO, dichiarava lo scorso febbraio che la Russia costituisce
"una minaccia esistenziale evidente per tutto il nostro essere." Ed il generale Joseph Votel, capo del Comando
Operazioni Speciali degli Stati Uniti ha dichiarato al Forum sulla sicurezza ad
Aspen nel mese di luglio scorso che "la Russia potrebbe rappresentare una minaccia
esistenziale per gli Stati Uniti."
Il Presidente della Commissione Forze Armate della Camera dei Rappresentanti Mac
Thornberry (R-Texas) ha ammonito Obama di firmare un decreto di stanziamenti
militari, perché la Russia
costituisce "una minaccia esistenziale" per gli Stati Uniti. Il "filantropo"
(ndt. restiamo seri...) George Soros, grande amatore e finanziatore di
"rivoluzioni colorate", ha scritto una recensione nella rivista newyorchese
Books in October che "l'Europa si trova ad affrontare dalla Russia una
sfida alla sua esistenza stessa."
Queste sono le parole selvagge e stupide provenienti da figure altolocate. Non
è ovvio che é la Russia
il Paese circondato, sotto pressione e minacciato? Che il suo bilancio militare
è una frazione di quello degli Stati Uniti e la sua presenza militare globale minuscola
in confronto a quella degli Stati Uniti?
Ma chiunque ascolti i dibattiti dei candidati presidenziali statunitensi può percepire
la prevalenza di contenuti paranoici sulla Russia, l'accettazione sconsiderata del
tema "Putin come Hitler", l'obbligatoria espressione di
determinazione per rendere l'America più "forte" e capire perché
l'espansione della NATO sia così terribilmente pericolosa.
Le persone incapaci di pensare in modo razionale o le cui menti sono intrecciate
dall'arroganza possono osservare le mappe di espansione della NATO e pensare
con orgoglio: "È così che le cose devono essere! Perché qualcuno dovrebbe
mettere in discussione la necessità per le nazioni di proteggersi, alleandosi
con gli Stati Uniti? È un'alleanza come la NATO che preserva la pace e la stabilità nel
mondo. "
(Alcuni potrebbero pensare che, forse, il mondo è diventato meno pacifico e
molto meno stabile di quanto non fosse durante la Guerra Fredda,
quando le due superpotenze controllavano a vicenda i loro movimenti. In seguito
gli Stati Uniti sono emersi come quello che un diplomatico francese ha definito
"hyper-puissance" o iper-potenza intervenendo impunemente in più
paesi e creando nuove e spesso brutte forme di resistenza.)
Esaminando la carta della NATO in Europa ci può colore mentalmente dentro anche
il Montenegro. La piccola repubblica sull'Adriatico con meno di 650.000
persone, è stata formalmente invitata dalla NATO a presentare la propria
domanda di adesione il 2 dicembre 2015. Quali altri paesi devono ancora
firmare?
Come già detto, nel 2008 la NATO
ha annunciato che la Georgia
e l'Ucraina si sarebbero unite. Ma i loro dossiers sembrano in realtà essere in
attesa. La Bielorussia,
incuneata tra la Polonia
e la Russia, è
stata sotto la sedicente presidenza "autoritaria" di Alexander
Lukashenko dal 1994. Il regime, considerato vicino a Mosca, è stato preso di
mira da una "rivoluzione colorata" abortita, finanziata dagli Stati
Uniti nel marzo 2006. Gli Stati Uniti sostennero allora Mikhail Marynich, ex
ambasciatore in Lettonia e sostenitore dell'adesione della Bielorussia alla
NATO. Marynich nel novembre 2006 partecipò a Riga ad una riunione a porte
chiuse della NATO chiamata "Guerra e Pace" (ndt: restiamo seri...)
Poi c'è la Moldavia,
l'ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava situata tra la Romania e l'Ucraina. All'est
si trova la repubblica separatista Transnistria, dove i moldavi etnici sono una
minoranza e russi e ucraini costituiscono quasi il 60% della popolazione. Si
tratta di una zona a "conflitto congelato".
Il sogno dei neocon
in ultima analisi è di cambiare tutti i regimi e di inserirli nel caldo
abbraccio della NATO.
Un
anello per domarli, un anello per trovarli
Un anello per ghermirli e nel buio incatenarli
in Terra di Mordor dove le ombre si trovano
E cosa si fa dopo aver completato l'accerchiamento occidentale della
Russia? Ma perbacco! È la destabilizzazione del Paese stesso, sperando di
tagliarlo a pezzettini! La
Russia rimane nazione multi-culturale, un insieme multi-etnico,.
Ci sono tensioni e movimenti secessionisti da sfruttare nel Caucaso in
particolare, ma anche sulla penisola della Carelia e in Siberia.
Se la Russia è
una minaccia esistenziale, la sua stessa esistenza è una minaccia, giusto?
Allora perché non farla a fettine?
La logica espansionista della NATO richiede un nemico, no? E non é l'America a guidare
il mondo per sconfiggere i nemici?
O se no, non è la stessa NATO la vera minaccia? (Dopo tutto, non ha, nel suo
ultimo grande progetto, totalmente distrutto uno stato moderno come la Libia, e di conseguenza
destabilizzato il Mali?)
Non dovremmo accogliere le tensioni all'interno della NATO, e la reticenza di
alcuni Stati membri a dedicare il 2% del PIL richiesto per spese militari? Non
dovremmo accogliere la resistenza ad un'ulteriore espansione, le proteste sul
braccio di ferro imposto dagli US, e chiedere una cooperazione con la Russia piuttosto che uno
scontro seguito da distruzione?
Gary Leupp è professore di Storia presso la Tufts University,
e ha conseguito un incarico secondario presso il Dipartimento di Religione.
Può essere
contattato all'indirizzo: gleupp@tufts.edu